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G8. Putin e Obama, vis-a-vis sulla Siria

Il G8 si appresta a definire l’agenda internazionale dei prossimi mesi. Ma un convitato di pietra pesa sui lavori: la guerra civile in Siria e le ingerenze esterne sempre più pesanti sul conflitto.
Nel pomeriggio il presidente Usa Obama avrà un incontro con il presidente russo Vladimir Putin, dove vorrebbe convicerlo che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad richiede un intervento immediato e coordinato fra le grandi potenze. Ma Putin ha già fatto sapere – ed è difficile dargli torto –  di dubitare delle prove fornite dagli Stati Uniti. Putin anzi ha riaffermato il suo appoggio ad Assad e ha messo in una situazione piuttosto difficile Obama che da due anni insiste nel pretendere che Assad si tolga di mezzo.
Le recenti dichiarazioni di Barack Obama, che preludono a un sostegno diretto ai ribelli anti-Assad  con forniture di armi e la valutazione di una no-fly-zone, hanno incrinato ulteriormente i rapporti con Vladimir Putin, alleato chiave del regime siriano.
Sul campo i fatti stanno rafforzando Assad. La presa di località strategiche come Qusayr, con un indebolimento progressivo dei ribelli, ha rivelato che il governo ufficiale a Damasco si trova adesso in vantaggio sui miliziani jihadisti appoggiati da petromonarchie, Turchia e potenze della Nato. Washington si trova così in gravi difficoltà. L’incontro con Putin sarà un passaggio chiave per capire fino a che punto Obama intenda spingersi per sostenere militarmente i ribelli e attaccare il regime di Assad anche contro la posizione della Russia.

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