Sia il centrodestra al potere sia l’opposizione di centrosinistra rivendicano questa mattina la vittoria alle elezioni legislative che si sono tenute ieri in un clima contrassegnato dalla violenza. In particolare da una sparatoria nei pressi di un seggio, in cui è stato ucciso un attivista dell’opposizione socialista e gravemente ferito un candidato del fronte governativo. “I numeri che abbiamo ci dicono che abbiamo vinto sulle forze di distruzione”, ha dichiarato Edi Rama, leader del Partito Socialista e della coalizione di centrosinistra, poco dopo la chiusura delle urne. Un quadro opposto ha descritto invece il partito Democratico, di destra, che fa capo al premier uscente Sali Berisha, secondo cui “gli albanesi hanno votato con determinazione per la nostra alleanza”. Gli exit polls hanno d’altronde fornito dati contraddittori.
Per ora i primi parziali dati dello spoglio danno ragione all’opposizione. Quando è stato scrutinato il 15% dei voti emessi i socialisti sarebbero in vantaggio di circa 15 punti percentuali a livello nazionale. Ma l’assegnazione dei seggi avviene sulla base di sbarramenti diversi in ognuno dei 12 collegi elettorali esistenti, e quindi fondamentale sarà il risultato nei grandi collegi quale Tirana dove lo spoglio va a rilento.
Tirana ha un disperato bisogno di dimostrare che è stata in grado di organizzare un’elezione corretta in base agli standard internazionali se vuole tentare di avviare un processo di avvicinamento all’UE che prima o poi le consenta l’ingresso nell’alleanza. Ma già ieri la sparatoria che ha coinvolto persone direttamente implicate nel voto ha dato il senso della precarietà del processo elettorale anche questa volta. La vigilia delle legislative, inoltre, è stata segnata da accuse di compravendita di voti e d’irregolarità nelle liste elettorali, che fanno temere una replica delle elezioni del 2009, che fecero precipitare il Paese delle Aquile in una grave crisi politica. La stessa agenzia che deve certificare il nuovo voto è bloccata da una disputa: Rama ha infatti ordinato ai tre rappresentanti dell’opposizione in seno alla commissione elettorale di dimettersi dopo il siluramento di un ministro il cui partito si è schierato con l’opposizione e senza un minimo di cinque membri su sette la commissione non può ufficializzare i risultati del voto.
In termini elettorali, il partito socialista di Edi Rama, ex sindaco di Tirana, oggi 48enne, questa volta pare avvantaggiato dal sostegno di un partito di sinistra di modeste dimensioni, ma che sino a ieri appoggiava i ‘democratici’ di Berisha. Per quest’ultimo, padrone della vita politica albanese dalla fine del regime socialista e oggi 68enne, una sconfitta potrebbe segnare la fine della sua carriera politica. Circa 3,28 milioni di albanesi erano chiamati ieri alle urne, considerando che almeno un milione di cittadini vive in Grecia e Italia.
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