Comincia oggi il massacro dei dipendenti pubblici: fuori 2000 insegnanti, poi toccherà alle guardie scolastiche e a quelle municipali.
Con la messa in mobilità dei primi 2.000 insegnanti dei licei tecnici, scuole che sono state abolite con la legge approvata in Parlamento la settimana scorsa dalla maggioranza formata da socialisti e ‘conservatori’, comincia oggi in Grecia la drammatica attuazione del programma governativo che riguarda la mobilità dei dipendenti del settore pubblico. Un piano che prevede entro la fine del 2013 il licenziamento di ben 15.000 dipendenti, che dovrebbero diventare assai di più nel 2014 e soprattutto nel 2015. Il colpo d’ascia ordinato dalla troika sul settore pubblico si abbatterà prossimamente sulle guardie degli edifici scolastici mentre a partire dal 23 settembre il governo metterà in mobilità il personale della polizia municipale. In segno di protesta contro tali misure, la Federazione degli Insegnanti delle scuole medie e superiori (Olme) ha organizzato nella tarda mattinata di oggi una manifestazione nella centralissima piazza Syntagma, ad Atene, ed in altre città del paese. Per mercoledì alle 19 il sindacato ha inoltre invitato i responsabili sindacali dei settori in agitazione ad un incontro per “organizzare una lotta comune contro la mobilità e i licenziamenti e contro la politica del governo e della troika”. Mobilitazioni in vista anche nel settore della televisione pubblica visto che proprio oggi dovrà essere pubblicato il bando di concorso per il personale che sarà assunto per far funzionare – al minimo – l’ente radiotelevisivo transitorio ellenico che prenderà il posto della vecchia Ert chiusa d’autorità con un blitz del premier Samaras poche settimane fa.
Gli scioperi e le manifestazioni delle settimane scorse indette dai sindacati del settore pubblico, però, non hanno registrato una grande partecipazione. Segno che la stanchezza dei lavoratori, di fronte all’inesorabile tritacarne della troika, comincia a farsi sentire. Ed oggi un sondaggio – per quello che può valere – rivela che una parte importante della società ellenica in fondo non è proprio scontenta che a pagare la crisi siano i dipendenti pubblici, una categoria da anni bersaglio della propaganda meritocratica ed efficientista dei vari governi, dei media e dei poteri forti. Secondo i risultati di un’inchiesta realizzata dalla società Kapa Research per conto dell’edizione domenicale del quotidiano To Vima il 60,6% dei greci sarebbe d’accordo sul fatto che i dipendenti statali siano troppi e che il loro numero vada drasticamente ridimensionato. Lo stesso sondaggio testa anche le intenzioni di voto dei greci: il centrodestra di Nea Dimokratia (Nd) ottiene il 23,2% delle preferenze contro il 22,8% di Syriza (sinistra), mentre i nazisti di Alba Dorata sfiorano il 10% e i socialisti del Pasok restano al 7,3%, tallonati dal Partito Comunista al 4,9% e dai Greci Indipendenti (destra nazionalista) con il 4,5%. All’ultimo posto, con il 2,8%, i socialdemocratici di Sinistra Democratica che due mesi fa sono usciti dalla coalizione governativa dopo la decisione del premier di chiudere la televisione statale Ert.
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luciano
Il dato agghiacciante oltre alla mattanza di dipendenti pubblici,è l’intenzione di voto in caso di elezioni.Quel 23% di consensi che i greci assegnano ancora a chi ha consegnato il paese alla Troika,fa riflettere,e molto.Cosa deve ancora accadere alla maggioranza del popolo greco,affinchè capisca che a quel “governo” è stato assegnato il compito inderogabile di reintrodurre lo schiavismo di matrice feudale nel paese che ha sperimentato prima di ogni altro il concetto e la pratica della democrazia? PS:complimenti per la nuova impaginazione,la scansione degli argomenti e degli articoli è disposta in modo tale da favorirne l’immediata lettura ,evitando quelle dispersioni solite in blog che non tengono conto anche dell’aspetto formale e della disposizione dei temi trattati.Hasta siempre!