Padre Paolo Dall’Oglio, religioso italiano apertamente schierato con le milizie ribelli siriane, ”pare sia sequestrato da un gruppo islamico che è una versione locale di Al Qaida”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Emma Bonino, intervenendo oggi a Unomattina.
I Gesuiti del Medio Oriente, con una nota inviata all’agenzia vaticana Fides e firmata da padre Victor Assouad, esprimono “inquietudine profonda” per la sorte di alcuni loro confratelli nel conflitto siriano. Insieme a padre Paolo Dall’Oglio – il gesuita romano scomparso nel Nord della Siria da una settimana, forse rapito da gruppi jihadisti operanti nell’area – il provinciale Assouad fa riferimento anche alla situazione critica attraversata da padre Frans van der Lugt e dalle persone che vivono con lui nella residenza gesuita di Boustan Diwan, nel centro della città di Homs, dove secondo fonti Unicef 400mila civili – quasi tutti donne, vecchi e bambini – sono rimasti bloccati e isolati per la nuova offensiva dell’esercito governativo contro le milizie jihadiste. Padre Victor ringrazia tutte le persone che si preoccupano della sorte di Dall’Oglio e anche “tutte le istanze e le autorità che si mobilitano per la sua ricerca”, auspicando che “si ponga presto fine a questa prova” e che “padre Paolo possa ritrovare i suoi al più presto”. Riguardo agli ospiti della residenza gesuita di Homs, Il Provinciale dei gesuiti del Medio Oriente chiede che non sia risparmiato nessuno sforzo per proteggere la loro vita. Nel prolungarsi del dramma siriano viene riaffermata a nome di tutta la Compagnia la “solidarietà con la sofferenza di tutto il popolo”. I gesuiti s’impegnano a proseguire la loro azione umanitaria rivolta a tutti e rinnovano il proposito di “operare per la pace e la riconciliazione in Siria”.
Ma chi è e cosa fa in Siria Padre Dall’Oglio? Nel recente e-book curato dall’attivista No War Patrick Boylan, viene chiarita la figura di Padre dell’Oglio. Per anni Dall’Oglio ha operato in Siria presso un monastero da lui rifondato in una zona isolata nel sud del paese; poi nel giugno del 2012 è stato espulso per le sue attività politiche contro il regime. Da allora gira l’Italia e il mondo intero facendo da megafono per le opposizioni siriane violente – in particolare le milizie filo-USA consacrate dalla Clinton a Ginevra il 7 dicembre 2011 (vedi: bit.ly/link-42 ►), poi, successivamente e con nuovi leader, a Doha e infine a Istanbul. In pratica, Dall’Oglio chiede un intervento militare ONU in Siria, a sostegno di una lotta armata da lui giudicata «necessaria per rovesciare il regime oppressivo di Assad» (vedi: bit.ly/link-43 ► ).Egli trova porte aperte non solo a Montecitorio e alla Farnesina, ma anche alla RAI e nelle redazioni dei tg e dei giornali stampati di mezzo mondo. Eppure si tratta di un semplice monaco che ha passato gli ultimi tre decadi in un isolato monastero della Siria meridionale. Vedi le sue interviste a: La7 (bit.ly/link-46 ► ); RaiNews24 (bit.ly/link-45 ► ); la tv statunitense PBS (bit.ly/link-47 ☼ ► ); l’emittente francese France24 (bit.ly/link-48 ☼ ► ) A Washington è stato fissato per Dall’Oglio un fitto calendario d’incontri sulla Siria con imporanti think tanks statunitensi di politica estera (vedi: bit.ly/link-49 ☼ ► )”.
Una figura arruolata nella zona grigia dunque. Resta da chiarire se i suoi sequestratori, pur sapendo tutto questo, abbiano lasciato prevalere l’opzione jihadista – oggi egemone tra le milizie che si oppongono ad Assad – che vede negli occidentali, nei non musulmani e negli apostati il proprio nemico, senza troppe distinzioni.
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