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Gibilterra: bagarre estiva tra Madrid e Londra

Armi di distrazione di massa: travolto dagli scandali e sull’orlo della bancarotta, Mariano Rajoy scatena la polemica con Londra e Gibilterra.

Una barriera di blocchi di cemento che Gibilterra sta realizzando davanti alla sua costa e che danneggiano i pescatori andalusi torna a incendiare i rapporti tra la Gran Bretagna e la Spagna. Quest’ultima non si stanca mai di rivendicare i propri diritti sulla Rocca, nonostante giusto 300 anni fa, con la firma del trattato di Utrecht, ne riconobbe la sovranità alla Corona inglese. Ma da tempo i governi spagnoli, in particolare quelli di destra, accusano i vicini di fare concorrenza sleale ad un’economia spagnola in crisi nera. Ed ora il premier di Madrid Mariano Rajoy, nel tentativo di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dallo scandalo sui fondi neri che coinvolge lui e il suo Partido Popular, ha rinfocolato la storica polemica con l’avamposto di Londra in terra iberica facendo così leva sui sentimenti nazionalisti e sciovinisti di buona parte degli spagnoli.

 

La polemica era partita dopo che nelle ultime due settimane le autorità doganali spagnole avevano rafforzato esageratamente i controlli per i cittadini in entrata e in uscita dalla Rocca di Gibilterra, costringendo turisti e abitanti anche ad otto ore di fila sotto l’implacabile sole andaluso. Tutto nella norma, ha risposto Madrid, visto che Gibilterra non aderisce al trattato di Schengen sulla libera circolazione delle merci. Ma è chiaro che si trattava di una provocazione a freddo da parte dell’esecutivo spagnolo per riaccendere ad arte una polemica scoppiata in pieno appena Madrid ha annunciato l’istituzione di una tassa – di ben 50 euro – per coloro che vogliano entrare o uscire dall’enclave britannica.
Una provocazione che non è passata inosservata, e che ha scatenato il governo locale secondo il quale attacchi del genere ricordano le aggressioni dei tempi del regime franchista. Anche la reazione ufficiale del governo di David Cameron non si è fatta attendere, per bocca del ministro degli esteri William Hague, che ha prontamente espresso le sue ”serie preoccupazioni” al suo omologo spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo. Ma poi anche il primo ministro, spalleggiato dall’Unione Europea, hanno annunciato per settembre-ottobre un incontro sull’annosa e spinosa questione. Ma Marcia-Margallo ha rincarato la dose, minacciando seri controlli per verificare se vi siano irregolarità fiscali su ben seimila proprietà che una parte dei 27 mila abitanti di Gibilterra ha a Sotogrande, un comune di appena duemila anime al confine con l’enclave britannica.
Il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo ha detto: “Ciò che abbiamo visto in questo fine settimana accadeva al tempo del franchismo e credevano che non avremmo più rivisto questo tipo di politica”. Ma si sa che le vecchie mode a un certo punto ridiventano di tendenza. Pochi giorni fa un esponente politico locale del Partido Popular aveva affermato che le decine di migliaia di spagnoli giustiziati dai fascisti ai tempi della dittatura di Franco “se lo meritavano”. Di che stupirsi se travolto dagli scandali Mariano Rajoy spinge ora sull’acceleratore del nazionalismo e della polemica con gli odiati abitanti della Rocca?

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