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Grecia, rivolta nel CIE. E’ caccia al migrante

E’ caccia all’uomo in Grecia. La polizia continua a cercare un gruppo di migranti che sono riusciti a fuggire dal “centro di accoglienza” – in realtà una specie di lager dove sono rinchiuse centinaia di persone senza processo – di Amygdaleza, vicino ad Atene, dove sabato sera è scoppiata una rivolta. La versione ufficiale diffusa dalle autorità parla di una sommossa durante la quale sarebbero rimasti feriti 10 poliziotti. “Senza che vi fosse la minima provocazione da parte delle guardie” afferma un comunicato ufficiale, gli immigrati hanno dato fuoco ai materassi e ad altre suppellettili, e hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la polizia anti-sommossa accorsa sul posto e intervenuta con un fitto lancio di gas lacrimogeni all’interno delle celle. 

In realtà, la rivolta sarebbe scoppiata quando ai migranti é stato comunicato che la durata massima della permanenza all’interno del CIE sarebbe stata prolungata da 12 a 18 mesi. Nei tafferugli che hanno seguito la rivolta, alcuni migranti – provenienti da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Marocco – sono riusciti a fuggire. La polizia ne ha poi catturati 14, ma altri dieci mancano all’appello: otto pachistani e due afghani. Dure le conseguenze per i 40 migranti accusati di partecipato alla rivolta, che saranno incriminati per tentata evasione, distruzione di proprietà e aggressione aggravata.
Il centro di Amygdaleza, nel quale sono rinchiusi 1200 immigrati non in regola con i documenti in attesa di rimpatrio, é il più grande della Grecia, aperto nel 2012. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da tempo abusi della polizia sugli stranieri reclusi all’interno dei campi. La settimana scorsa un’organizzazione di sinistra, Keerfa, ha denunciato che detenuti musulmani erano stati picchiati durante la preghiera, e a luglio ha riferito che un afghano, colpito da infezione polmonare per mesi ignorata dai guardiani, é morto per mancanza di cure.

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