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Israele se ne infischia dei negoziati con i palestinesi

A quattro giorni dalla “ripresa” dei negoziati tra Israele e Anp voluti dagli USA, le autorità israeliane annunciano nuovi insediamenti coloniali per esplicite esigenze “sioniste”. Si tratta della costruzione di più di mille nuove case per coloni a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Per la precisione si tratta di 793 nuove abitazioni a Gerusalemme est e altre 394 in grandi colonie in Cisgiordania. “Non permetteremo a nessun Paese al mondo di dirci dove possiamo o non possiamo costruire”, dichiara il ministro israeliano della Pianificazione abitativa Uri Ariel, membro del partito di estrema destra Habait Hayehudi, che rappresenta gli interessi dei coloni. “Continueremo a vendere unità abitative e a costruire in ogni parte di Israele: nel Neghev, in Galilea e al centro, per soddisfare le necessità dei cittadini di Israele. È la cosa giusta, sia per motivi sionisti che economici”, ha aggiunto. Secondo il quotidiano israeliano Maariv il premier Benjamin Netanyahu ha specificato che la decisione é stata precedentemente coordinata con gli Usa come contropartita per la scarcerazione di 103 detenuti palestinesi.

L’Anp da parte sua risponde con il negoziatore palestinese Mohammed Shtayeh che ha bollato come “non serio” il comportamento del Governo israeliano nei nuovi negoziati. Secondo Shtayeh, “con la costruzione di nuovi insediamenti vuole distruggere le basi della soluzione invocata dalla comunità internazionale”, quella dei due Stati con il ripristino dei confini del 1967.Un disco incantato e un discorso consolatorio che Israele sta distruggendo con i fatti compiuti.

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