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Grecia: un comunista in tribunale perché ‘diffama’ i nazisti

Oggi Savvas Michael-Matsas, intellettuale comunista ed ebreo greco, è chiamato a dichiarare in tribunale ad Atene accusato di “incitamento alla violenza e alla discordia civile”, di “disturbo alla quiete pubblica” e di “pubblicazione diffamatoria”. Non è la prima volta che un intellettuale marxista subisce le attenzioni dei tribunali in Grecia e nel resto d’Europa. Questa volta però a denunciare, e a trovare la complicità della ‘giustizia’, il dirigente del partito EEK (Partito Operaio Rivoluzionario, formazione troskista), sono i neonazisti di Alba Dorata. Insieme a lui, a giudizio, ci è finito anche Constantinos Moutzouris, dirigente dell’Università che ha permesso per anni a Indymedia Atene di appoggiarsi sui server dell’ateneo della capitale. Entrambi devono rispondere per un appello lanciato nel 2009 da varie formazioni politico dell’estrema sinistra ellenica in cui si affermava che “Il popolo non dimentica, impicca i fascisti”. Una frase forte ma che va contestualizzata nella storia recente del paese: dittatura militare fascista degli anni ’60 e ’70, escalation di aggressioni e omicidi negli ultimi anni da parte delle squadracce di Alba Dorata. Il problema è che i nazisti possono contare, oltre che in una consistente pattuglia parlamentare, anche in coperture e amicizie tra la polizia, la magistratura, il giornalismo. Nei sondaggi il partito razzista può contare su un 10% delle intenzioni di voto, e pare che ad Atene le inchieste sulle elezioni amministrative concedano agli squadristi addirittura un 20% dei voti. E’ chiaro che chi ne denuncia il nefasto ruolo finisca nel mirino della rete di connivenze con i fedeli servitori del sistema in crisi. La vicenda è eclatante: tra coloro che hanno denunciato i due intellettuali marxisti ci sono personaggi implicati in aggressioni contro immigrati, pestaggi contro militanti della sinistra, tentati omicidi. Pochi di loro sono stati però sottoposti a processo, tranne la proprietaria di un negozio che vende gadget neonazisti che attende di essere giudicata per l’accoltellamento di un immigrato afghano. Contro Savvas l’estrema destra greca ha scatenato da tempo una insistente campagna di aggressione verbale e non solo, denunciandolo come ‘quinta colonna dell’Iran, pilastro del progetto sionista per conquistare la Grecia e anima della minaccia comunista che vorrebbe farne un regime bolscevico”. Farneticazioni, visto che non si può essere al tempo stesso agenti dell’Iran e di Israele, paesi notoriamente nemici, e che l’imputato è notoriamente ebreo ma antisionista. Ma non sono mancati gli inviti ad assassinarlo, spesso da parte di alcuni di quelli che hanno ottenuto il consenso da parte della magistratura a processarne le opinioni politiche. In realtà Alba Dorata aveva denunciato decine e decine di dirigenti di partiti di sinistra, intellettuali marxisti, giornalisti militanti che si erano impegnati a segnalare la pericolosità delle squadracce poi entrate in Parlamento nelle elezioni del 2012, ma la magistratura ha deciso di processare solo due degli antifascisti messi all’indice. Vedremo oggi se i tribunali greci sono governati dai neonazisti e considerano l’antifascismo un reato da perseguire.

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