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Istanbul: un’altra vittima dei lacrimogeni killer

Aveva 35 anni, Serdar Kadakal, soffriva di problemi di cuore e alcuni anni fa gli era stato impiantato un pacemaker. Le quantità industriali di gas lacrimogeni tossici – i CS il cui uso è teoricamente vietato contro i civili – utilizzate dalla polizia contro le manifestazioni degli ultimi tre giorni nel quartiere di Kadikoy ad Istanbul gli sono state fatali. Il ragazzo, venerdì sera intorno alle 23, si è seduto ad un tavolo in strada, evidentemente soffrendo i primi sintomi di malessere. Poco dopo è stato colto da un attacco di cuore provocato dai gas che appestavano l’aria del quartiere e che erano penetrati anche all’interno del bar di Kadikoy, lo Shaft, nella zona di Bahariye, dove Serdar lavorava. Tutta la scena è stata ripresa da una telecamera a circuito chiuso. I suoi amici lo hanno portato di corsa al Kadıköy Şifa Hospital ma per lui non c’è stato niente da fare, i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Serdar Kadakal è diventato così la settima vittima ufficiale – anche se il governo ha da ridire sulle ‘reali’ cause della sua morte – della brutale repressione scatenata dal regime dell’Akp contro chi si oppone alle sue politiche autoritarie basate sul liberismo e sul fondamentalismo islamico. Prima di lui, lunedì notte, era morto ad Antiochia un ragazzo di soli 22 anni, Ahmet Atakan, stroncato da una cartuccia di lacrimogeno che un agente gli ha sparato in testa da soli cinque metri. Era anche per protestare contro l’ennesimo omicidio che migliaia di persone erano scese in piazza durante tutta la settimana a Kadikoy, dove Serdar lavorava come tecnico del suono e viveva, bombardate di gas e di acqua sparata dagli idranti.

Nonostante la sua morte sia avvenuta in maniera indiretta – il che servirà alla polizia e al governo per negare le loro responsabilità, come hanno già fatto per Atakan che secondo loro sarebbe morto perché caduto da un muretto – Serdar Kadakal aveva partecipato a numerose delle manifestazioni e delle mobilitazioni che negli ultimi mesi chiedono la fine del regime liberal-islamista e le dimissioni del governo.

Anche per lui si manifesterà oggi pomeriggio nel centro di Istanbul, dove migliaia di attivisti dell’opposizione e dei movimenti sociali si sono dati appuntamento alle 15. Con l’obiettivo di riprendersi piazza Taksim, blindata dal governo e resa inaccessibile a suon di gas e pestaggi dalla metà dello scorso giugno. Intanto ieri sera nuovi scontri si sono registrati in diverse aree sia di Istanbul sia della capitale Ankara.

                         

 

 

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