Il capo della procura di Ankara ha deciso nei giorni scorsi di processare 502 cittadini e 23 parlamentari che hanno partecipato ad alcune manifestazioni, il 28 e 29 marzo del 2012, per protestare contro la “riforma” del sistema di istruzione del governo liberal-islamista del premier Recep Tayyip Erdogan, definita anche come “4+4+4”, e contro il peggioramento della legge 4688 che riguarda le condizioni e il contratto di lavoro dei dipendenti pubblici.
Il 28 marzo dell’anno scorso ad Ankara circa millecinquecento persone, per lo più maestre ed insegnanti, aderenti al Sindacato Confederale dei Lavoratori del Pubblico Impiego (KESK) si erano concentrate in una piazza della città nonostante che la prefettura avesse proibito la manifestazione e la polizia avesse bloccato vari pullman pieni di scioperanti provenienti da altre città della Turchia. La polizia in assetto antisommossa intervenne duramente per disperdere i lavoratori e fece ampio uso di lacrimogeni e di cannoni ad acqua, riuscendo a disperdere anche un altro corteo composto da circa 500 lavoratori e lavoratrici che cercavano di unirsi alla manifestazione senza riuscirci. Molti furono i lavoratori arrestati o denunciati. Naturalmente il fenomeno ‘Gezi Park’ non era ancora esploso e i media internazionali si guardavano bene dal riportare le notizie riguardanti la brutale repressione del regime turco contro il dissenso.
Ora le indagini coordinato dal Capo della Procura di Ankara si sono concluse con la decisione di processare 502 partecipanti a quella giornata di lotta e 23 parlamentari dell’opposizione perché avrebbero violato la legge 2911 che regolamenta il diritto di riunione e manifestazione. Molti degli imputati sono stati anche accusati di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti di patrimonio pubblico. Tra le 502 persone rinviate a giudizio ci sono anche il Presidente del sindacato KESK Lami Özgen, il Segretario Generale del KESK İsmail Hakkı Tombul e il Presidente dell’Eğitim-Sen (Sindacato dei Lavoratori dell’Istruzione) Ünsal Yıldız.
Come dicevamo la Procura ha rinviato a giudizio anche 23 parlamentari appartenenti al Partito Repubblicano del Popolo – il CHP – e al Partito per la Pace e la Democrazia (BDP, sinistra curda e turca).
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