Lo Stato Spagnolo e le sue istituzioni repressive continuano imperterrite la loro guerra contro la sinistra e il movimento popolare basco. L’ETA ha cessato per sempre la lotta armata ormai da anni e l’altro ieri ha diffuso un comunicato in cui annuncia il suo disarmo. Eppure da Madrid si continua imperterriti come sempre, come se nulla fosse cambiato. E in manette non finiscono solo alcuni militanti dell’organizzazione armata, da anni inattivi e in procinto di ricostruirsi una vita all’interno di una nuova fase che sembra non arrivare mai, ma anche gli attivisti di grandi organizzazioni di massa.
Questa mattina, intorno alle 10,00, la Guardia Civil spagnola ha dato il via ad una maxi-operazione, una vera e propria retata contro il movimento popolare Herrira, promotore da alcuni anni delle campagne per il rimpatrio dei prigionieri politici baschi e di oceaniche manifestazioni a Bilbao, più di centomila persone scese in piazza all’inizio di quest’anno e del precedente. Herrira è il frutto del protagonismo dei familiari e degli amici dei circa 600 prigionieri politici baschi rinchiusi nelle carceri francesi e spagnole, di cui la società basca chiede il rispetto dei diritti minimi: che possano scontare la loro condanna in carceri all’interno del territorio basco e non a centinaia, addirittura migliaia di chilometri di distanza; che vengano messi in libertà i prigionieri gravemente malati e coloro che hanno già scontato il due terzi della pena. Richieste tra l’altro conformi alla legislazione spagnola che però tutti i governi – socialisti e popolari – a Madrid hanno sempre violato.
Per ordine del giudice Eloy Velasco, capo della sezione numero 6 del Tribunale Speciale Antiterrorismo ‘Audiencia Nacional’ di Madrid – eredità diretta del regime franchista – centinaia di agenti in borghese e incappucciati hanno fatto irruzione questa mattina negli uffici di Herrira ad Hernani, Bilbao, Iruñea y Gasteiz, ed in vari domicili e finora hanno arrestato 18 attivisti, tra i quali Ekain Zubizarreta ad Andoain (Gipuzkoa), Imanol Karrera a Iruñea (Navarra), Amaia Esnal a Donostia (Gipuzkoa) ed Eneko Ibarguren ad Azpeitia (Gipuzkoa). Ad Hernani gli agenti hanno bloccato una decina di attivisti che stavano partecipando ad una riunione del coordinamento nazionale del movimento nato dopo che le organizzazioni storiche Askatasuna e Gestoras Pro Amnistia erano state chiuse e messe fuori legge negli anni scorsi in quanto considerate emanazione dell’organizzazione armata ETA. In questo caso gli arrestati sono Nagore García, Manu Ugartemendia, Jon Garay, Sergio Labayen, Eneko Villegas, Roberto Noval, Ibon Meñika, José Antonio Fernández, Oscar Sánchez e Jesús Mari Aldunberri.
Secondo il documento della magistratura che ha ordinato gli arresti, gli attivisti arrestati sono accusati di ‘incitamento al terrorismo’, ‘appartenenza a banda armata’ e finanziamento di ‘banda armata’. La magistratura ha ordinato la chiusura di tutti gli uffici dell’ong, la chiusura di centinaia di profili di Herrira su Facebook e su Twitter, la chiusura dei siti web e il blocco dei suoi conti correnti bancari.
Manifestazioni di protesta sono state convocate da Herrira e da altre organizzazioni politiche e popolari basche per questa sera in una decine di città, mentre già nei campus universitari gli studenti stanno manifestando contro l’ennesimo e ingiustificato atto repressivo di Madrid.
Quella di oggi appare come l’ennesima provocazione nei confronti della volontà di pace del popolo basco ed in particolare un segnale mafioso al collettivo dei prigionieri e delle prigioniere politiche basche affinché rinuncino a qualsiasi richiesta di soluzione collettiva come contropartita alla fine della lotta armata.
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