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Usa. Il governo vuol tenere nascosto lo spionaggio illegale

Il buco aperto da Edward Snowden sullo spionaggio totale realizzato anche contro i propri cittadini dal governo Usa, tramite “richieste pressanti” alle principali società hi tech statunitensi, tarda a richiudersi. Queste società infatti sono a loro volta sommerse da proteste e richieste di chiarimenti da parte della clientela, compresi gli utenti dei social network. La difesa della privacy, invocata da qesti ultimi ma anche strombazzata come “diritto civile” che il potere ignora spesso e volentieri, le costringe muoversi per spostare sul governo la responsabilità dello spionaggio. Naturalmente, l’amministrazione federale ha l’interesse opposto: tener nascoste il più possibile le modalità delle intercettazioni e i dati sensibili captati (conti correnti compresi).

Il Dipartimento della Giustizia statunitense ha così comunicato a un tribunale per la sorveglianza sull’intelligence che si oppone alla richiesta avanzata da società tech di rivelare elementi circa le richieste ricevute per le informazioni sugli utenti, secondo documenti presentati ieri.

Le trattative tra il governo federale e società come Google sono andati avanti per mesi, e le agenzie di spionaggio Usa, se da una parte hanno detto di voler essere più trasparenti, dall’altra si sono opposte alle richieste delle web company di rendere noti dati più precisi.

La documentazione è stata presentata al Tribunale per la sorveglianza dell’intelligence straniera degli Stati Uniti, originariamente istituito per perseguire gli abusi da parte dei servizi segreti.

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