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Già liberi i dirigenti di Alba Dorata

“Pugno duro dello stato contro Alba Dorata” continuano a scrivere i grandi quotidiani. Ma a ben guardare quello che accade ad Atene in queste ore non sembra proprio. Anzi. Il colpo alla dirigenza del partito neonazista ellenico è stato forte, indubbiamente: decine di arresti, accuse gravissime, denuncia dei legami con la criminalità comune e pezzi dei servizi di sicurezza.

Nelle scorse ore è stato arrestato un ex comandante della Polizia. L’ufficiale, a capo del commissariato di Agios Panteleimon, popolare quartiere nel centro della capitale greca, è accusato di ‘abuso di potere’, ‘falsa testimonianza’, commercio d’armi’ e di avere attivamente coperto i militanti neonazisti impegnati in numerosi attacchi contro i lavoratori immigrati. Il capo del commissariato avrebbe operato per impedire agli aggrediti di presentare regolare denuncia o per evitare che le denunce fossero analizzate dai suoi agenti.

Man mano che continuano le indagini scattate dopo l’assassinio da parte di un commando neonazista del rapper Pavlos Fyssas i magistrati dell’Aero Pago di Atene continuano ad emettere mandati di cattura, mentre alcuni dei ricercati si sono resi irreperibili.

Tra ieri e oggi, intanto, i maggiori dirigenti di Alba Dorata, quattro dei sei deputati arrestati durante la retata di sabato scorso, sono passati davanti al giudice per essere interrogati, acclamati come eroi e ‘vittime del sistema’ da un centinaio di squadristi in maglietta nera che li hanno accolti all’ingresso dell’ ‘Accademia Militare ateniese di Evripidion gridando slogan come “Gloria e onore per Alba Dorata” e “no alla prigione per i nazionalisti”. I magistrati hanno confermati nei loro confronti le accuse di associazione a delinquere, omicidio, aggressione e riciclaggio, ed hanno quindi incriminato Ilias Panagiotaros, Yannis Lagos, Nikos Michos e il portavoce del partito Ilias Kasidiaris.

Nonostante le gravissime accuse, il pericolo che facciano sparire importanti prove o che fuggano all’estero prima del processo, Panagiotaros, Michos e Kasidiaris sono stati rilasciati su cauzione di 50 mila euro. Scelta incredibile, se si pensa che Ilias Kasidiaris, ‘noto’ per aver aggredito due deputate di sinistra in diretta tv, è candidato per Alba Dorata alla carica di sindaco di Atene e fino a qualche giorno fa i sondaggi lo accreditavano di un 20% dei consensi. Secondo le indagini Kasidiaris è il responsabile delle cosiddette ‘squadre d’assalto’, le squadracce dedite all’aggressione e al pestaggio di immigrati, omosessuali e avversari politici di sinistra. Tanto per non perdere il vizio, appena liberato dopo l’udienza, uscendo dal tribunale, Kasidiaris ha aggredito alcuni giornalisti che volevano intervistarlo al grido di “Ebrei e giornalisti traditori”.

Nelle prossime ore i giudici decideranno la sorte del numero uno del partito, Nikolaos Michaloliakos, e del numero due Christos Pappas: sono considerati i capi – anzi, i Fuhrer – di una vera e propria organizzazione criminale gestita in maniera verticale, e nei loro domicili sono state ritrovate numerose armi.

L’unico di cui la magistratura ha confermato l’arresto è stato finora Yannis Lagos, accusato di riciclaggio di denaro, ricatto e possesso illegale di armi. Secondo le intercettazioni telefoniche realizzate dai servizi segreti Lagos, in passato già denunciato e indagato per estorsione e induzione alla prostituzione (ma senza conseguenze penali), era stato informato preventivamente dai suoi scagnozzi del quartiere di Nicea e Keratsini, ad Atene, dell’imminente omicidio del rapper Pavlos Fyssas. Secondo i documenti resi noti dai servizi segreti ellenici, Lagos era l’addetto per il partito alla gestione delle estorsioni nei confronti di numerosi negozi della capitale, alla quale gli squadristi neonazisti impongono di pagare il pizzo in cambio di ‘protezione’ (cioè per evitare ritorsioni e pestaggi), ed anche del traffico di prostitute, naturalmente straniere. Tra l’altro più volte alcuni media ellenici hanno denunciato che la moglie del ‘duce’ di Alba Dorata, Eleni Zarulia, anche lei deputata neonazista, è la vera proprietaria insieme al fratello di un bordello nel centro della capitale, il noto ‘hotel’ New Dream.

La cosa che più colpisce – e inquieta – una parte dell’opinione pubblica ellenica è che l’informativa dei servizi segreti sulla cupola del partito neonazista è pesantissima, e dipinge un quadro del movimento anche più grave di quanto non si sapesse. Da anni l’ingellicence di Atene teneva sotto controllo Michaloliakos e i suoi picchiatori, ma non è mai intervenuta per fermarli. Un ‘ritardo’ che è costato la vita a Pavlos Fyssas e ad altre vittime degli squadristi, per lo più cittadini immigrati. I responsabili dei servizi segreti (EYP) si difendono, ricordando che agli inizi del 2012 presentarono un rapporto durissimo sulle malefatte di Chrysi Avgi, che però il Ministro degli Interni e il resto dell’esecutivo decisero di archiviare.

Ed ora quello che era stato descritto come il brutale colpo ai neonazisti deciso venerdì notte da governo e servizi di sicurezza potrebbe alleggerirsi; i capi dell’organizzazione criminale sono già a piede libero e già non si parla più di mettere il movimento fuori legge, al massimo di congelargli il finanziamento pubblico.

A dimostrare gli stretti agganci tra i neonazisti e i cosiddetti partiti costituzionali c’è anche il fatto che l’avvocato difensore del picchiatore Kasidiaris è un noto esponente del partito del Premier Antonis Samaras. Nuova Democrazia ha espulso immediatamente Pavlos Sarakis, ma il personaggio era stato anche candidato nel partito alle scorse elezioni. Non era proprio un semplice iscritto, per capirsi.

E non è l’unico, dentro Nea Dimokratia, a parteggiare per i neonazisti. Lo ha detto chiaro e tondo, su twitter, Failos Kranidiotis, consigliere del primo ministro Samaras tuttora al suo posto: “Non posso condannare i patrioti e i nazionalisti. Conservo le mie ‘pallottole’ per i miei veri avversari”. E poi ancora: “Le aggressioni di Alba Dorata agli immigrati esistono solo nell’immaginazione e nella propaganda idiota dei giornalisti progressisti”. 

Se questi sono i democratici…

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