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Ucraina: la folla pro-Ue abbatte la statua di Lenin e prova la spallata al governo

Le opposizioni liberiste, nazionaliste e di estrema destra stanno, dopo il calo della tensione dei giorni scorsi, tentando di dare letteralmente la spallata al governo.
I vari partiti che sostengono l’ingresso del paese nell’Unione Europea hanno chiesto ai propri aderenti e simpatizzanti di affluire nella capitale Kiev fin da questa mattina e di bloccare letteralmente tutti i maggiori edifici governativi: governo, parlamento, ministeri. La manifestazione di oggi è stata ribattezzata la ‘marcia del milione’ ma a detta anche dei media filoccidentali nella centralissima piazza Maidan ci sono tre, massimo quattrocentomila persone. Molte, ma non abbastanza per cambiare i rapporti di forza nel paese spaccato a metà tra le regioni dell’est filorusse e quelle dell’ovest dove è assai radicato un nazionalismo aggressivo che oggi prende le forme della protesta filo Ue ma che durante la seconda guerra mondiale si schierò a fianco degli invasori nazisti pur di ‘liberare’ l’Ucraina dall’Unione Sovietica. Oggi il braccio di ferro si riproduce in altre forme, anche se la simmetria sembra rimasta identica: da una parte il Partito delle Regioni, la maggioranza parlamentare e le popolazioni dell’est, attratte da una unione più stretta con la Russia di Putin e l’Unione Doganale costruita con altre repubbliche ex sovietiche; dall’altra i partiti di destra e fascistoidi che spingono per la firma del trattato di associazione con l’Ue, saltata per decisione del premier Azarov e del presidente Yanukovich a causa delle condizioni capestro poste al paese. Il ritiro del paese dalla trattativa per l’ingresso nei 28 ha scatenato i partiti dell’opposizione – reduci negli anni scorsi da una fallimentare ‘rivoluzione arancione’ manovrata da alcune lobby europeiste e dalla Nato – che da più di due settimane stanno tentando di rimediare alla propria condizione di minoranza nel parlamento aizzando la piazza e tentando di drammatizzare lo scontro per istigare l’intervento della cosiddetta ‘comunità internazionale’.

A Kiev da stamattina ondeggiano migliaia di bandiere, molte quelle azzurre dell’Ue ma anche quelle dei vari partiti dell’opposizione, e in una piazza dell’Indipendenza – ribattezzata euromaidàn – piena di manifestanti si susseguono gli interventi dei vari leader mentre sono state montate tende e palchi con l’intenzione di rimanere ad oltranza nonostante l’ordine di sgombero emesso dal governo. Intanto, a chiarire l’identità ideologica del movimento di protesta, oggi pomeriggio alcune centinaia di dimostranti hanno abbatturo una statua di Lenin che sorgeva nella spianata, cantando e urlando slogan nazionalisti. Non è la prima volta che gruppi di attivisti della destra ucraina se la prendono con i simboli dell’Unione Sovietica e del movimento operaio, considerati simboli del legame con l’odiata Russia ed eredità di una storia vissuta come negazione della “grandezza nazionale dell’Ucraina”.

Dal carcere dove è rinchiusa per reati di corruzione Yulia Timoshenko soffia sul fuoco e mette in guardia l’opposizione guidata dall’ex campione mondiale di pugilato, Vitali Klitschko, “rispetto ai rischi di una trattativa e di un accordo con il governo di Kiev” che nei giorni scorsi sembrava farsi strada in alcuni settori dell’opposizione vista l’impossibilità di defenestrare il governo attraverso le manifestazioni e la linea dura. «Non si arrendano e non si siedano con loro al tavolo» negoziale, ha tuonato la 53enne ex premier in una lettera letta dalla figlia Yevguenia Timoshenko a Kiev davanti ai dimostranti. Il suo partito Patria – Batkivshina – e i dirigenti del movimento ultranazionalista e fascistoide ‘Svoboda’ chiedono le dimissioni del presidente Yanukovich e di tutto il governo, l’indizione di elezioni parlamentari e la punizione dei poliziotti responsabili della dura repressione scattata alcuni giorni fa contro i settori più esagitati della piazza.

Per ora la situazione sembra relativamente tranquilla anche se il governo ha ordinato l’afflusso nella capitale di un consistente numero di agenti di polizia, compresi i corpi speciali, i Berkut.
Questa mattina circa 2000 militanti di Svoboda – l’ex Partito Nazionalsocialista Ucraino – hanno eretto barricate e bloccato una importante arteria che permette l’accesso nel quartiere istituzionale della capitale Kiev. 

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