Il 9 Maggio 1945 segna la capitolazione incondizionata della Germania nazista dopo l’entrata a Berlino dell’Armata Rossa e la fine della seconda guerra mondiale. Questo divenne il “Giorno della Vittoria” per ricordare il coraggio e la determinazione dei popoli che all’occupazione nazifascista hanno opposto un’eroica resistenza, in tutte le parti del mondo essi l’abbiano affrontata. Nonostante il revisionismo della borghesia tenti di svuotare questa giornata del suo significato, essa continua a rappresentare un esempio di come sia possibile per le masse popolari lottare e vincere contro la guerra imperialista e la barbarie capitalista e fascista. Questo insegnamento diventa ancora più attuale oggi che alla crisi i grandi capitalisti e gli imperialisti rispondono con due soluzioni: l’attacco alle condizioni di vita dei lavoratori sul fronte interno e nuove guerre di conquista sul fronte esterno.
Dalla Jugoslavia all’Iraq, dall’Afganistan al Libano, dalla Siria alla Libia, gli ostacoli allo sfruttamento dei popoli e alla rapina delle loro risorse naturali sono stati e sono tutt’oggi rimossi con l’uso delle armi, o per lo meno questo è quello che l’imperialismo ha tentato e tenta di fare.
Con la crisi in Ucraina si è nuovamente portata la guerra al centro d’Europa con il rischio oggettivo che questo conflitto possa degenerare in una guerra totale a causa dello scontro tra gli interessi del blocco imperialista occidentale, al cui interno si posiziona anche l’Italia, e quelli della Russia.
Perché dalla parte del Donbass?
Per la prima volta un popolo dell’ex URSS, quello del Donbass, non ha accettato di subire passivamente l’imposizione di un governo nazifascista, strumento del controllo NATO e UE sul proprio territorio e lo ha fronteggiato, costituendo attraverso un referendum due Repubbliche Democratico Popolari, che sono riuscite a fermare, laddove si sono affermate, la pulizia etnica delle popolazioni russofone, la predazione economica e sociale più selvaggia e la violenta repressione di tutte le organizzazioni della sinistra antifascista e comunista.
Un percorso diametralmente opposto alla follia nazionalista e fascista che è invece lo strumento preferito dell’occidente per imporre l’adesione alla NATO e all’economia di mercato.
Come risposta il Governo di Kiev ha organizzato i fascisti, ha affiancato all’esercito regolare una guardia nazionale di volontari nazisti, ha inviato i carri armati contro le popolazioni, ha utilizzato i propri aerei per radere al suolo intere città, ha tagliato le forniture di gas e di elettricità, ha chiuso scuole e ospedali, è arrivato fino a sospendere il pagamento delle pensioni a chi abita nel Donbass.
Il Popolo del Donbas resiste, si organizza, risponde militarmente e purtroppo subisce tutte le conseguenze dei brutali metodi della potenza militare NATO.
La sua lotta è per l’autodeterminazione e per il riconoscimento di una diversa ridistribuzione delle risorse e della ricchezza sul piano internazionale
La sua Resistenza è contro la guerra imperialista, per l’eguaglianza, le libertà sociali e politiche, contro la rapina delle risorse umane e materiali dei potenti a scapito dei popoli.
Come noi subisce, moltiplicati per mille, gli effetti della crisi, l’impoverimento delle classi popolari e operaie, la privazione delle conquiste dei lavoratori, la subalternità alle decisioni e ai voleri dei grandi capitalisti che perseguono una strategia di guerra imperialista per dividersi i mercati e il globo intero.
Le situazioni certamente sono diverse, ma abbiamo gli stessi obiettivi e combattiamo gli stessi nemici.
NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA
VIA LA NATO DALL’ITALIA E DAL MONDO
CON LA RESISTENZA DEL DONBASS E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI
E AGGREDITI DALL’IMPERIALISMO USA-UE-NATO!
Coordinamento antifascista veneto di solidarietà con la Resistenza nel Donbass
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa