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Francia: l’alleanza con i socialisti spacca la sinistra francese

L’eco della profonda divisione interna alla sinistra francese è arrivata durante lo scorso weekend fino a Madrid. “Una forza viva è una forza che discute, che si muove. Quando vi abbiamo chiesto aiuto non abbiamo ricevuto risposta. Da stasera vi posso assicurare che il Parti de Gauche si muoverà”, ha annunciato con un tono inequivocabile, davanti alle 33 delegazioni nazionali del Partito della Sinistra Europea riunite a congresso nella capitale spagnola, il segretario nazionale del Partito della Sinistra francese François Delapierre. Parole che si sono tramutate in un addio alla coalizione europea, anche se temporaneo. Oggetto del contendere, da parte della formazione guidata da Jean Luc Melénchon e Martine Billard, la loro opposizione alla rielezione di Pierre Laurent alla presidenza del Partito della Sinistra Europea, “per una questione di coerenza”. La questione sembra tutta interna alla Francia, ma non lo è affatto, perché si parla di alleanze, da parte della coalizione continentale di comunisti, ecologisti e socialisti di sinistra con i partiti socialisti e socialdemocratici europei. Definiti e condannati da un documento delle delegazioni riunite a congresso come “complici della crisi” economica e sociale che sconvolge l’Europa da anni.

Non la pensa così evidentemente il Partito Comunista Francese, che pur facendo parte del Front de Gauche insieme alla formazione di Melenchòn e Delapierre, alle elezioni municipali del marzo 2014 ha deciso di correre proprio insieme ai socialisti. E non solo in comuni piccoli e medi, ma anche nella capitale francese, dove il partito guidato da Pierre Laurent si presenterà nella stessa lista della socialista Anne Hidalgo. Una scelta confermata da un referendum interno alla militanza del Pcf ma che ha fatto andare su tutte le furie i dirigenti del Parti de Gauche e di altre formazioni minore del Fronte che hanno deciso di andare al voto con una propria lista senza i comunisti e che hanno ritenuto di dover rimproverare pubblicamente alla coalizione europea delle sinistre la sua scelta di non intervenire per fermare i “compagni che sbagliano”. “Come si fa a dire che si conderano i socialisti responsabili della crisi e che con loro non vanno fatte alleanze e poi rimanere in silenzio di fronte a un episodio come quello delle elezioni municipali di Parigi?” ha chiesto Delapierre alla platea di Madrid. “Vi abbiamo chiesto di sostituire Pierre Laurent con un altro candidato alla presidenza del Partito della Sinistra Europea, anche un altro comunista francese, ma non ci avete neanche risposto. Non ci avete risposto neanche durante i lavori di questo congresso. E il silenzio non è una risposta negativa solo per noi, ma per tutti” ha tuonato il dirigente del Parti de Gauche, nato pochi anni fa da una scissione di sinistra proprio del Partito Socialista Francese. Di qui la decisione da parte della formazione guidata da Melenchòn di sospendersi dal Partito della Sinistra Europea per alcuni mesi, fino almeno a dopo le elezioni municipali nella capitale francese.
Sulla maggior parte dei mezzi d’informazione lo strappo non ha avuto molta eco, al contrario della decisione da parte delle 33 formazioni politiche – da ieri 32 – di scegliere il greco Alexis Tsipras come candidato delle sinistre del continente alla presidenza della Commissione Europea con una piattaforma all’insegna del no all’austerità ma anche della fumosa proposta di riformare l’Unione Europea. I greci di Syriza, gli spagnoli di Izquierda Unida, i tedeschi della Linke sperano che le elezioni europee di maggio portino su le proprie percentuali catalizzando parte dello scontento popolare nei confronti delle politiche della troika e della commissione europea. La stessa speranza dei partiti dell’estrema destra nazionalista e xenofoba che proprio in questi giorni hanno rinsaldato la propria alleanza imbarcando anche realtà finora autonome come la Lega Nord.

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