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Dieudonnè M’Bala M’Bala: l’altra faccia della medaglia

Dieudonné M’bala M’bala (detto “Dieudo”), comico francese, è salito recentemente alla ribalta nella cronaca mondiale perché censurato dal Ministro degli interni socialista Manuel Valls, che ha fatto annullare numerosi suoi spettacoli accusando l’umorista di diffondere un messaggio di natura antisemita e contrario all’ordine pubblico. 

La circolare del Ministro e le conseguenti ripetute cancellazioni di spettacoli hanno acceso un ampio dibattito sui media a proposito della libertà d’espressione e dei suoi limiti, facendo considerare a molti il comico come una vittima a causa delle sue idee “anti-sistema” e delle sue critiche più che esplicite allo Stato di Israele.  Anche a sinistra numerosi sono caduti nella trappola, fidandosi di un articolo di Counterpunch (tradotto e diffuso da ComeDonChisciotte prima e da Silvia Cattori poi) scritto da Diane Johnstone, giornalista statunitense residente in Francia, che omette in modo inaccettabile e probabilmente volontario qualsiasi riferimento alle frequentazioni fasciste del comico.

Infatti, se in passato Dieudo cantava contro il razzismo con il gruppo marsigliese Zebda, mentre portava sui palchi uno spettacolo comico con l’attore Elie Semoun, di origini ebraiche, e si candidava alle legislative del 1997 per una lista di sinistra contro la candidata del Fronte Nazionale (FN), con l’inizio del nuovo millennio la sua posizione politica ha cominciato a subire una deriva inarrestabile verso l’estrema destra. Dopo essersi separato dalla sua spalla storica che l’accusava di accaparrarsi più della metà dei cachet, Dieudo adotta un discorso ambiguo nel quale alle critiche legittime allo Stato di Israele e alla sua politica, accosta discorsi ambigui contro la “lobby ebraica” e interviste dove definisce gli ebrei come “una setta” e “una truffa storica”. Secondo lui, a causa di questa “lobby” in Francia il razzismo contro i neri resterebbe impunito mentre gli ebrei godrebbero di un’eccessiva protezione.

I numerosi attacchi da parte principalmente delle associazioni conservatrici legate alla comunità ebraica (Conseil Repésentatif des Institutions juives de France – CRIF, Ligue de Défense Juive – LDJ, Ligue contre le Racisme et l’Antisémitisme – LICRA, ..) lo spingono a adottare un discorso ancora più radicale e nel 2003 porta in televisione uno sketch dove travestito da ebreo ortodosso con il volto coperto da un passamontagna invita a “unirsi all’asse americano-sionista” e  termina con un saluto romano al gido di “Isra-Heil!”. Se all’inizio alcune personalità come Elie Semoune e Jamel Debbouze gli porteranno la loro solidarietà di fronte agli attacchi subiti, con il radicalizzarsi del suo discorso verrà abbandonato da tutta la sinistra. Infatti Dieudo arriverà a portare la sua solidarietà pubblica ad altri che considera “perseguitati” dalla “Lobby ebraica”. In una intervista al settimanale di estrema destra Rivarol, giornale già condannato per avere comparato i maliani a un “cancro”, Dieudo esprime il suo sostegno a negazionisti quali Robert Faurisson, che inviterà anche sul palco di uno dei suoi spettacoli, così come a Monsignor Williamson e a Vincent Reynouard.

Nel 2006, nonostante le sue battaglie passate, Dieudonné si avvicina al Front National partecipando alla festa dei “Blu-Bianchi-Rossi” e stringe rapporti sempre più stretti con il partito fino a sceglierne il fondatore, l’ex-paracadutista milionario e torturatore di algerini Jean-Marie Le Pen, come padrino di battesimo per la sua terza figlia.

Un anno dopo, assiste all’università estiva di Egalité et Reconciliation, movimento fondato da Alain Soral, allora membro del comitato centrale del FN e oggi scrittore ‘complottista’. Insieme a Soral, a Robert Faurisson e a Frédéric Chatillon, fondatore dei Gruppi Unione Difesa (GUD, organizzazione studentesca di estrema destra fondata negli anni ’70 e il cui logo è una croce celtica), Dieudo si presenta alle elezioni presidenziali ritirando in seguito la sua candidatura. In un’intervista dichiara però che se dovesse scegliere tra Sarkozy e Le Pen, non avrebbe dubbi nel votare il secondo.

Nel nome della libertà d’espressione, negazionisti e fascisti del secondo e del terzo millennio saranno sempre i benvenuti sui palchi dei suoi spettacoli. Le battute saranno sempre più dirette contro il suo unico e vero nemico, la “lobby ebraica”.  A causa dei suoi discorsi considerati spesso antisemiti e diffamatori, Dieudo subisce decine di processi ed è condannato a più riprese. Recentemente per esempio ha dichiarato, in merito al giornalista ebreo Patrick Cohen, “quanto sento parlare di lui mi dico: le camere a Gas…peccato..” e declama dal palco “non devo scegliere tra Hitler e gli ebrei, in questa storia sono neutrale” o “smettetela con questa storia dell’antisemitismo.. mi state facendo pubblicità! E comunque non ho mai detto che non lo sarò mai, mi lascio il tempo per pensarci su…”.

Nel 2009, si presenta insieme a Alain Soral e a Yahia Gouasmi, presidente della federazione degli sciiti di Francia, sulle liste del “Partito antisionista” invitando tutti a creare un “fronte unito contro il sionismo, cancro della nostra società che gestisce i media, l’educazione dei nostri figli, il nostro governo, tutto ciò per l’entità sionista israeliana”, indicando nel sionismo “l’unico nemico della Repubblica”. La lista raccoglierà 1,30% dei voti nella regione dell’Ile-de-France.

Grazie alla pubblicità provocata dai processi e dalle continue provocazioni, Dieudonné riempie i teatri a 40 Euro a biglietto e i suoi video (insieme a quelli di Alain Soral) raccolgono milioni di visite su youtube. Il discorso anti-sistema di Dieudo e di Soral gli frutta centinaia di migliaia di euro all’anno.. soldi che secondo informazioni recentemente apparse sui media, fa scomparire tramite una società di lubrificanti intestata al figlio e con sede in Camerun.

Nel 2013 la deriva dell’artista arriva all’apice quando, in seguito all’assassinio del giovane antifascista Clément Meric per mano di un neofascista delle Jeunesses Nationalistes Révolutionnaires, Dieudo si avvicina anche a questo movimento formato di Naziskin e attivo anche nel servizio di sicurezza del FN. In un video pubblicato su internet, Dieudonnè intervista il fondatore del movimento, Serge Ayoub alias “Batskin” (“lo skin con la mazza”), consentendogli così di dare la sua versione distorta dei fatti relativi all’uccisione del giovane antifascista. Il video finisce con i due che si danno la mano mentre riconoscono che è arrivata l’ora di smettere di farsi la guerra perché in realtà hanno un nemico comune contro cui combattere.

L’antisemitismo di Dieudonné e le sue amicizie fasciste non possono certo portarci ad accettare e sostenere la repressione da parte dell’altrettanto razzista Valls, che mentre chiude i teatri per impedire all’artista di fare i suoi spettacoli sgombera i campi Rom. A differenza di quanto pensa la Johnstone, niente ci obbliga però a scegliere tra il manganello della censura e la libertà di esprimere idee razziste e di invitare negazionisti e nazisti su un palco. Dieudonné, così come Valls, vanno combattuti con l’organizzazione, la controinformazione, la cultura e la piazza. Passare sotto silenzio le frequentazioni del comico e spingere così i compagni a portare la solidarietà ad un amico dei fascisti significa fare un torto ai tanti che ogni giorno subiscono davvero la repressione per le loro idee e che, a differenza del comico francese, non ci hanno mai guadagnato nulla se non denunce e prigione.

Foto 1: Dieudo con il servizio d’ordine del Front National
Foto 2: 
Dieudo con Serge “Batskin” Ayoub
Foto 3: Dieudo con il negazionista Robert Faurisson e con il fondatore del GUD Frédéric Chatillon
Foto 4: Manifesto della “Lista antisionista” con Dieudo, Yahia Gouasmi e Alain Soral

 

 

 

 

 

 

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