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La polizia lasciò che i nazisti uccidessero il rapper Pavlos Fyssas

Sembrava abbastanza chiaro dalla dinamica dei fatti e dalle testimonianze degli amici e della compagna del rapper antifascista che le forze dell’ordine, la notte del 17 settembre, lasciarono che una banda di neonazisti aggredisse ad Atene il rapper antifascista Pavlos Fyssas senza muovere un dito. Quando due diversi gruppi di squadristi di Alba Dorata cominciarono a minacciare, a insultare e ad aggredire l’operaio metalmeccanico prima in un bar e poi nelle vie di un sobborgo della capitale ellenica, i poliziotti presenti sul posto non intervennero. 

Ora è arrivata la conferma che l’unità motorizzata Dias presente in quel momento ricevette ordini precisi, da parte del comando, di non fare nulla. Le conversazioni via radio – ora al vaglio degli inquirenti e le cui trascrizioni sono state riportate da alcuni media greci – tra gli agenti sul posto e il comando non lascia dubbi. Nel dialogo, gli agenti chiamati dagli aggrediti spiegano al comando che si trovano di fronte a ‘circa 20 persone che stanno aggredendo le vittime” e che “portano dei tirapugni di metallo e dei bastoni”. “Sono di Alba Dorata e ci hanno informato che hanno avuto una discussione con gente dell’ambiente (anarchico, ndr). Siamo vicini. Cerchiamo di calmare gli animi” dice un agente ai suoi superiori via radio, ma dall’altra parte gli si ordina di non intervenire e di trasmettere al comando solo le immagini di ciò che sta accadendo, informando che “altre unità sono in arrivo”. Arriveranno gli altri agenti, ma troppo tardi: il giovane rapper ormai è stato accoltellato da un sicario di Alba Dorata arrivato in automobile, Giorgos Roupakias, poi arrestato solo per la “intraprendenza” di una poliziotta, unica a prendere l’iniziativa nonostante sul posto ormai fossero presenti decine di Dias.

Poco dopo l’omicidio politico e le polemiche e le manifestazioni di rabbia, la Direzione della Polizia emise un comunicato affermando che “gli agenti si erano comportati sulla base degli standard e delle norme internazionalmente riconosciute” ma poi nelle settimane seguenti furono numerosi gli agenti e anche i responsabili delle forze dell’ordine arrestati perché in combutta con i neonazisti.

Finora sono sei i parlamentari finiti in prigione, insieme a vari altri picchiatori di Alba Dorata, sulla base di un’inchiesta partita proprio dall’omicidio di Fyssas. A pochi giorni dall’arresto di tre deputati gli inquirenti avrebbero ritrovato nuovi elementi che dimostrano il carattere violento del movimento neonazista. Nel compuer di Giorgos Patelis, responsabile di Chrysi Avgi del quartiere di Nikaia – quello dove fu assassinato l’artista – sono state infatti trovate una serie di foto che provano che gli squadristi hanno a disposizione un vero e proprio arsenale bellico; in alcune di queste immagini si vedono vari membri di Alba Dorata che fanno il saluto nazista e posano armi in pugno. Ce n’è per tutti i gusti: da armi da guerra a fucili d’assalto AK-47, da pistole ad asce e spade.

A creare sconcerto il fatto che una delle istantanee ritragga anche alcuni bambini di circa otto anni mentre fanno il saluto romano accanto a due componenti delle ‘squadre d’assalto’ di Chrysi Avgi. Secondo quello che è filtrato in queste ore, i bambini seguivano i responsabili della propaganda neonazista  sia in “gite e campeggi di formazione ” sia nelle riunioni che si tengono a cadenza settimanale nelle sedi del partito di estrema destra.

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