E’ una di quelle notizie che ai più potrebbero sembrare ‘periferiche’ e che sulla maggior parte dei media non troverebbero alcuno spazio. Ma vista la situazione di isolamento e assedio che il popolo palestinese subisce da parte di Israele e della cosiddetta comunità internazionale, oltre che da parte della grande stampa, a noi quella che viene dal Cile sembra invece una notizia importante, da segnalare.
Si tratta di un gesto di solidarietà e vicinanza per niente scontato quello che vede come protagonisti i giocatori di una squadra di calcio del paese sudamericano che ha deciso di scendere in campo con un maglia sulla quale campeggia la mappa della palestina storica, quella cioè risalente al 1946, prima che la colonizzazione ebraica, l’occupazione militare, l’imposizione dell’apartheid e la costruzione del muro la trasformassero in una serie di piccoli bantustan senza continuità territoriale e collegamento fisico tra loro.
L’iniziativa non è stata adottata da una squadra di calcio qualsiasi ma da un team che si chiama ‘Club palestino de Chile’ e che da tempo dedica le sue attenzioni alle sorti del martoriato popolo palestinese. Dall’inizio del 2014 sulle maglie dei suoi giocatori, al posto del numero uno, appare la mappa della Palestina storica. L’inaugurazione della nuova veste grafica è avvenuta in pompa magna lo scorso 4 gennaio, in occasione di una partita vinta dal club cileno contro quello britannico dell’Everton col punteggio rotondo di 4 a 0.
La notizia ha fatto scalpore non solo nel paese ma anche nel resto del continente, perché il “Club Deportivo Palestino” è una squadra tra le più importanti del campionato cileno, fu fondata a Santiago nel lontano 1920 da un gruppo di immigrati palestinesi e riconosciuta come club professionistico dalla federazione locale nel 1952. Giocò con i colori della bandiera palestinese – rosso, bianco, verde e nero – prima nella serie B e poi passò alla serie A, cominciando ad affermarsi come perno del campionato e aggiudicandosi diversi titoli.
Come c’era da attendersi la comunità ebraica cilena non ha preso bene la notizia ed ha reagito con polemiche e accuse isteriche, chiedendo che la federazione locale di calcio e la Fifa espellano la squadra perché autrice di una iniziativa definita “irresponsabile” dai difensori di Israele a Santiago, che denunciano i responsabili del ‘Palestino’ nientemeno che come persecutori di ebrei. Sulla questione sono intervenute anche le associazioni ebraiche continentali e l’addetto commerciale dell’ambasciata di Tel Aviv a Santiago, Oscar Alcamán, che ha definito l’iniziativa della squadra di calcio “sorprendente e sconcertante”.
Tecnicamente la comunità ebraica cilena, composta da non più di 20.000 persone, non potrebbe chiedere alla Anfp di pronunciarsi sulla maglietta di una squadra di calcio. Ed infatti a farlo, formalmente, è stata la Ñublense, una piccola squadra del Sud, il cui presidente Patrick Kiblisky appartiene alla Comunità Ebraica.
Come era prevedibile, la campagna scatenata dalla lobby filoisraeliana ha sortito alcuni effetti e la Associazione Nazionale di Calcio cilena – la Anfp – ha deciso di penalizzare il team con una multa di 1300 dollari, accusando la squadra di violare lo statuto della federazione calcistica cilena che impone di non operare alcuna discriminazione di sesso, razza, religione, etnia o orientamento politico. Inoltre la Anfp ha ingiunto al Palestino Club di rimuovere la mappa della Palestina Storica dalle maglie con le quali i suoi giocatori entrano in campo.
Ma il Palestino sulla sua pagina Facebook ha risposto picche: “per noi la Palestina Libera sarà sempre la Palestina storica e niente di meno”. Ed ora in campo a sostegno della scelta del team di Santiago è intervenuta ora anche la Comunità Palestinese del Cile, che è la più grande di tutto il Sud America e conta su circa 300 mila tra palestinesi e discendenti. “Lamentiamo profondamente che i sionisti cileni pretendano di importare il conflitto del Medio Oriente nel nostro Paese cercando con ciò di infangare la storia e l’apporto fondamentale che il club ha realizzato nel Paese” ha denunciato la Federazione Palestinese del Cile.
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