In Turchia mentre nuove epurazioni di portata mai vista colpiscono polizia e giudici impegnati nella maxi-indagine sulle tangenti che ha messo in forte difficoltà il governo guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan, continua lo scontro in parlamento sulla discussa riforma dell’Hysk, il Csm turco, promossa dall’esecutivo liberal-islamista con l’intenzione di aumentare il controllo politico sulla magistratura. Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito d’opposizione, il Partito Repubblicano del Popolo (Chp, nazionalista e laicista) ha attaccato il primo ministro, accusandolo di influenzare l’operato dei giudici, anche minacciando il Pm di Smirne che stava indagando sullo scandalo tangenti che il 17 dicembre scorso ha condotto all’arresto di numerosi esponenti dell’entourage politico ed economico del ‘sultano’.
Durante la notte sono stati ben 96 i magistrati trasferiti, tra questi il procuratore capo di Smirne Huseyin Bas che stava conducendo indagini su una truffa che avrebbe coinvolto dirigenti del porto della citta egea e un parente del candidato sindaco del Partito della Giustizia e dello sviluppo (Akp, al governo) Binali Yildirim. Bas è stato rimosso dal suo incarico dopo che il segretario del Chp, Kemal Kilicdaroglu aveva denunciato intimidazioni nei suoi confronti da parte del governo. Accuse smentite, ieri, dal ministro della Giustizia Bekir Bozdag che ha ammesso, tuttavia, che il sottosegretario Kenan Ipek ha telefonato al magistrato, ma che nel corso della conversazione il pm “non sarebbe stato minacciato in alcun modo”. Tra i giudici sollevati dall’incarico anche il Pm di Adana Suleyman Bagiryanik che aveva ordinato la perquisizione di sette camion dei servizi segreti turchi, un episodio che aveva profondamente irritato il governo.
Non solo la magistratura è finita nel mirino del governo ma anche la polizia. Solo nelle ultime ore sono stati rimossi, destituiti o trasferiti ad altro incarico circa 600 tra ufficiali e agenti delle forze dell’ordine, 470 dei quali solo nella capitale del paese Ankara.
Dall’inizio della ‘tangentopoli del Bosforo’ a dicembre il governo liberal-islamista ha già rimosso oltre 3mila dirigenti e funzionari di polizia e alcune decine tra capi della polizia e procuratori in diverse città.
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