Sarà Mamphela Ramphele, fondatrice del Movimento della coscienza nera e figura di spicco della pluridecennale lotta contro l’apartheid, la candidata alla presidenza della repubblica del principale partito di opposizione del Sudafrica: lo ha annunciato oggi Helen Zille, dirigente di Democratic Alliance (Da), a pochi mesi dalle prime elezioni politiche dopo la recente scomparsa di Nelson Mandela.
La decisione è stata comunicata insieme con l’inizio dell’assorbimento all’interno del partito liberaldemocratico sudafricano Democratic Alliance “delle strutture e dei volontari” di Agang, un partito che la stessa Ramphele aveva fondato nel giugno del 2013 da una scissione dell’African National Congress. La scelta ha colto molti di sorpresa visto che nei mesi scorsi Ramphele aveva attaccato di continuo ‘Democratic Alliance’, accusandola di non interessarsi affatto della maggioranza nera e povera della popolazione del Sud Africa.
Sessantasei anni, compagna di vita e madre di due figli dell’icona anti-apartheid Steve Biko, già dirigente della Banca mondiale e manager d’impresa, la fondatrice del Movimento della coscienza nera aveva rinnovato il suo impegno politico solo di recente. Con la nascita di Agang, una parola che in lingua sotho vuol dire “costruisci”, si era proposta come riferimento per settori della classe media e del mondo delle imprese sempre più critici nei confronti delle inefficienze e della corruzione che hanno segnato i quasi 20 anni di governo dell’Anc.
Partito criticato del resto sempre più anche da sinistra e da settori popolari che gli rimproverano la mancanza assoluta di capacità e di volontà riformatrice in grado di abbattere le enormi diseguaglianze sociali sopravvissute alla fine formale della discriminazione razziale.
La cooptazione di Agang da parte di Democratic Alliance appare destinata a portare benefici, a livelli elettorali e di credibilità, ad un partito liberale finora di fatto espressione solo della parte meno conservatrice della minoranza bianca della popolazione del paese. Durante una conferenza stampa, a Città del Capo, oggi Zille ha ribadito di credere “in una società delle pari opportunità e senza divisioni razziali, nel libero mercato, nei diritti umani e nel benessere di tutti i sudafricani”. Ricetta vecchia e poco promettente in tempi di crisi globale del capitalismo. Ma il malgoverno dell’Anc e le aspirazioni della classe media sudafricana – innamorata della meritocrazia e sconcertata dalla concorrenza sleale di molti ex dirigenti del movimento antiapartheid oggi riciclatisi e arricchitisi come funzionari o manager – potrebbe riportarla in auge, almeno nell’Africa Australe.
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