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Presto libero uno dei ‘5 cubani’

Il prigioniero politico cubano Fernando González Llort, rinchiuso nelle carceri degli Stati Uniti ormai dal 1998, sarà rimesso in libertà il prossimo 27 novembre dopo quindici anni di reclusione. González, insieme ad Antonio Guerrero, Gerardo Hernández, Ramón Labañino e René González fu arrestato in Florida e accusato di ‘cospirazione’, di ‘spionaggio’ e di ‘attentato alla sicurezza degli Stati Uniti. In realtà i cinque agenti dei servizi antiterrorismo de L’avana stavano investigando in territorio statunitense per smascherare le attività criminali e terroristiche svolte da alcune organizzazioni di esuli cubani nel paese. I cinque, al termine delle indagini, consegnarono prove e materiali al governo di Washington – visto che alcune delle attività criminali della magia cubano-americana erano rivolte anche contro la popolazione e gli interessi statunitensi – ma per tutta risposta González Llort, Guerrero, Hernández, Labañino e González furono arrestati e sottoposti ad un processo farsa. 

L’avvocato di Fernando González Llort ha precisato che il suo assistito verrà trasferito in un centro per immigrati in attesa della sua espulsione verso Cuba. Il portavoce del comitato ‘Liberate i Cinque’ con sede negli stessi Stati Uniti, Gloria La Riva, ha ricordato che il prigioniero politico, attualmente cinquantenne, fu inizialmente condannato a ben 19 anni di carcere, poi ridotti a 17 dopo l’appello e che ora sarà liberato non perché la magistratura di Washington si sia ricreduta sulle accuse rivoltegli ma semplicemente perché avendo scontato 15 anni, cinque mesi e 15 giorni di prigione Gonzalez ha diritto alla scarcerazione per buona condotta.
Una buona notizia, anche se altri tre prigionieri politici cubani rimarranno ancora a lungo nelle prigioni statunitensi, con l’unica colpa di aver impedito attentati sul suolo cubano e su quello statunitense. Il quarto, René González, che nell’ottobre del 2011 è passato al regime di libertà condizionata negli Stati Uniti, dall’aprile del 2013 è tornato a Cuba per partecipare ai funerali del padre e sulla base di una sentenza dettata da una giudice statunitense gli è stato permesso di rimanere sull’isola anche se a costo di rinunciare alla sua cittadinanza americana.

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