Dopo qualche mese di relativa calma seguita alla retata contro i propri dirigenti e deputati, i nazisti greci sono tornati alla loro consolidata pratica di razzie e aggressioni. Il governo aveva annunciato all’epoca, senza molta convinzione, la possibilità di mettere fuori legge Alba Dorata, accusata di essere una vera e propria ‘organizzazione criminale’ dedita ad omicidi e pestaggi, al traffico di armi, al racket della prostituzione e al pizzo. Ma poi non se ne è fatto nulla, e l’unica misura presa contro il movimento neonazista è stata la sospensione del finanziamento pubblico. Un problema per Kassidiaris e camerati, certo, ma risolvibile con i lauti finanziamenti provenienti dall’oligarchia, dagli armatori e da qualche impresa costituita ad hoc.
Gli squadristi di Alba Dorata erano stati buoni per un po’, limitandosi a descriversi come vittime di una persecuzione da parte del governo greco e della troika. D’altronde la denuncia del complotto ‘pluto-giudaico-massonico’ fa sempre presa sulle deboli menti dei simpatizzanti di Hitler.
Ma nelle ultime settimane Alba Dorata è passata di nuovo all’attacco. Già il 25 gennaio scorso una nutrita squadraccia di neonazisti in tenuta mimetica hanno colpito a Keratsini, il quartiere alla periferia di Atene dove un loro commando ha assassinato il rapper antifascista Pavlos Fyssas pochi mesi fa. Gli squadristi hanno realizzato scritte fasciste sui muri, hanno strappato uno striscione che ricordava la vittima della violenza fascista ed hanno attaccato Resalto, uno spazio autorganizzato di solidarietà della zona, lanciando pietre anche contro un’abitazione privata adiacente. Polizia non pervenuta, fin quando non è apparsa dal nulla per scortare via i nazisti respinti dagli occupanti del Resalto.
Sabato notte invece un migliaio di membri di Alba Dorata sono scesi in piazza per celebrare l’anniversario dello scontro greco-turco del 1996 per l’isola di Imia, quando si sfiorò la guerra tra i due paesi. Protetti da un vasto schieramento di polizia in assetto antisommossa, i nazisti ne hanno approfittato per richiedere l’immediata liberazione dei 6 parlamentari rinchiusi nelle carceri elleniche in attesa di processo. Inneggiando al leader e fondatore Nikolaos Michaloliakos (anche lui in cella), i nazisti hanno gridato slogan come “I nazionalisti non si arrestano”, “Sangue, onore e Alba Dorata” e “Fuori gli stranieri dalla Grecia”. La rimpatriata è servita ai dirigenti del partito di estrema destra anche per chiarire la propria strategia di ritorno alle vecchie abitudini: il partito ha infatti annunciato che se il governo deciderà di metterlo fuori legge si rifonderà col nome di ‘Alba Nazionale’ e quindi parteciperà comunque alle elezioni europee di tarda primavera.
Già prima che iniziasse la manifestazione dei neonazisti si erano verificati alcuni scontri con i tifosi antifascisti di una locale squadra di calcio. In serata poi un migliaio di attivisti di varie organizzazioni della sinistra antagonista si sono ritrovati in piazza per manifestare contro Alba Dorata e per cercare di impedire il suo raduno. In piazza Syntagma però, dopo alcune scaramucce tra manifestanti antifascisti e militanti di Alba Dorata, la polizia ha attaccato la contromanifestazione. Contro il corteo la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni, granate stordenti e manganelli. Di fronte alla resistenza e alla determinazione degli antifascisti le cariche sono continuate a lungo e si sono spostate anche in Piazza Monastiraki dove gli antifascisti sono stati chiusi in una morsa, rincorsi fin dentro la locale stazione della metropolitana. Al termine della serata si contavano numerosi feriti – di cui alcuni in condizioni serie, portati via in ospedale – e decine di antifascisti – circa 40 – sono stati arrestati, alcuni in piazza e alcuni sui binari della metropolitana. Poco lontano i neonazisti hanno continuato a sfilare indisturbati e protetti, gridando i loro slogan farneticanti.
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