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Ecuador: alle elezioni avanza la destra

Proprio mentre in Venezuela non si placano le manifestazioni di protesta della destra golpista e gli scontri continuano a provocare morti e sconcerto sociale, le elezioni amministrative di ieri in Ecuador registrano una forte avanzata delle forze politiche che rappresentano gli interessi dell’oligarchia. 

Secondo sondaggi di tre diverse società demoscopiche – quindi tutti ancora da confermare – l’opposizione di destra avrebbe conquistato non solo la capitale, ma anche le importanti città di Guayaquil e Cuenca, le maggiori del paese.

A Quito il candidato di destra Mauricio Rodas avrebbe conquistato la prefettura col 58,07 % dei voti contro il 39,61 % dell’attuale primo cittadino, Augusto Barrera, espressione di Alianza Pais del presidente riformatore Rafael Correa.

A Guayaquil l’attuale sindaco di destra, Jaime Nebot, avrebbe ottenuto il 60,2% dei suffragi contro il 36,5% di Viviana Bonilla. Meno forte e quindi ancora in bilico, secondo le società demoscopiche, l’affermazione del candidato di destra Marcelo Cabrera a Cuenca con 50,4% dei voti.

Dopo la diffusione degli exit poll, il presidente Rafael Correa ha riconosciuto il brutto risultato conseguito dall’arco di forze che finora ha governato il paese intraprendendo una serie di riforme in campo economico, politico e sociale e soprattutto rendendo l’Ecuador uno dei motori dell’Alba, il processo di integrazione progressista dell’America Latina. Forze che comunque hanno ottenuto migliori risultati in altre regioni del paese e si sono aggiudicate un gran numero di prefetture. 

Il presidente Correa è stato molto duro, nei commenti dei risultati, nei confronti dell’opposizione di destra, e in particolare con Rodas, affermando pubblicamente che “la gente che gli sta dietro (…) non esiterebbe a sparare un colpo al presidente”. “Questa gente – ha insistito Correa – conta i giorni affinché cada il governo, questa gente c’era il 30-S (il 30 settembre 2010, quando una rivolta poliziesca fu denunciata dal governo come un tentato golpe) ed è in contatto diretto con la destra fascista del Venezuela”.

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