Menu

Ucraina. Occupati due aeroporti in Crimea

In Ucraina è stato certamente occupato l’aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli. Così come anche quello di Simferopoli, la capitale della regione di Crimea. E sono certamente “oppositori” del nuovo regime installatosi a Kiev. Meno chiaro è se si tratti di truppe russe – come titolano i media nostrani – o “milizie di autodifesa” della comunità russofona, maggioritaria nel territorio e determinate ad impedire lo “sbarco” di forze neonaziste e filo-occidentali.

Il nuovo ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, accusa comunque Mosca di “invasione armata” dopo l’occupazione degli aeroporti di Belbek e Sinferopoli in Crimea. “Considero l’azione come un’invasione armata e un’occupazione”, ha postato sulla sua pagina Facebook il ministro. E proprio il neo-ministro sembra l’unica “fonte” di notizie. L’aeroporto di Sinferopoli, scrive Avakov, “è bloccato da reparti militari della flotta russa”. “All’interno dell’aeroporto si trovano i militari e le guardie di frontiera ucraini. Fuori ci sono militari in divisa mimetica con armi e senza distintivi, che non nascondono la propria appartenenza”. “L’aeroporto non funziona. Sul perimetro esterno ci sono i posti di controllo del ministero degli interni ucraino. Non ci sono ancora scontri armati”.

L’agenzia Interfax conferma che militari russi hanno preso nella notte il controllo dell’aeroporto di Belbek, vicino a Sebastopoli, citando imprecisate “fonti” secondo cui l’azione serve per “prevenire l’arrivo di militanti”. Lo scalo, di proprietà dell’ aeronautica ucraina, è presidiato lungo tutto il perimetro. C’è pure un blindato. Secondo il giornale online Potrobnosti.ua, i militari, che indossano elmetti e giubbotti antiproiettili, sono arrivati a bordo di una decina di camion, scortati da autoblindo e auto della polizia stradale militare. Lo scalo si trova vicino all’incrocio di due autostrade strategiche: una conduce a Sebastopoli (sede della flotta russa del Mar Nero), che dista una ventina di km, e l’altra a Sinferopoli (capitale della Crimea), a 50 km. D’estate l’aeroporto è usato anche come scalo internazionale.

Lo scalo continua ad essere presidiato e pattugliato ma opera regolarmente. In precedenza un portavoce dello scalo aveva dichiarato a Radio Eco di Mosca che gli autori dell’occupazione se n’erano andati.

“L’aeroporto funziona normalmente”, ha detto un responsabile amministrativo. I primi voli della giornata, per Mosca e Kiev, non sono stati annullati e i passeggeri passano senza problemi i normali controlli di sicurezza. Una dozzina di soldati in uniforme, con degli stemmi neri, pattugliano l’ingresso dello scalo, secondo un giornalista della France Presse sul posto. Alla domanda di quale è la loro nazionalità, non rispondono. Sono presenti anche una dozzina di civili pro-Russia di tutte le età, che dicono di essere lì per mantenere l’ordine. “Siamo tutti dei volontari, siamo qui per impedire l’atterraggio di fascisti o radicali provenienti dall’ovest dell’Ucraina”. “Se verranno i banditi nazionalisti, ci batteremo con loro. Troveremo le armi se ce ne sarà bisogno”.

Il vicepresidente americano Joe Biden ha telefonato giovedì al neo primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk per promettere il “sostegno totale” degli Stati Uniti ai nuovi dirigenti del paese. Biden, si legge in un comunicato della Casa Bianca, “ha assicurato il primo ministro che gli Stati Uniti offriranno il loro sostegno totale all’Ucraina quando questa intraprenderà le riforme necessarie per ritrovare la stabilità economica, perseguire la riconciliazione, rispettare gli obblighi internazionali e cercare relazioni aperte e costruttive con i suoi vicini”.

Il parlamento della Crimea, occupato giovedì mattina da una trentina di filorussi armati e in mimetica, ha licenziato il governo della Repubblica autonoma ucraina di cui fa politicamente parte e ha fissato per il 25 maggio un referendum per ottenere più autonomia e per allentare i vincoli con il governo centrale di Kiev.

La Crimea, penisola sul Mar Nero, nel sud dell’Ucraina, è popolata in maggioranza da russi. Si tratta in effetti di una regione russa annessa all’Ucraina nel ’54 da Krusciov. Mosca ancora oggi mantiene nella penisola la base della sua flotta del Mar Nero.

Bruxelles intanto tende la mano. L’Unione europea deve “trovare i modi per controbilanciare gli effetti delle misure di ritorsione adottate dalla Russia”. è scritto nella risoluzione sull’Ucraina approvata ieri dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. In essa si invita da una parte a dare sostegno finanziario a Kiev “nel più breve tempo possibile” assieme a Fmi e Banca Mondiale e, più a lungo termine, con Bei e Bers, dall’altra ad aprire le porte alla possibile adesione dell’Ucraina. Inoltre si chiedono “processi indipendenti” contro “chi ha commesso crimini” contro i cittadini ucraini. Se qualcuno dubitava che gli Usa e l’Unione Europea fossero i soggetti che hanno scatenato e coperto la “rivoluzione” ucraina, ora possono prendere atto della realtà.

Intanto l’aviazione russa sta pattugliando lo spazio aereo occidentale del Paese dopo lo stato di allerta deciso ieri dal presidente Putin, che è anche comandante delle forze armate. Lo scenario simulato è quello di un bombardamento dei bersagli nemici, in luoghi che saranno resi noti solo dopo l’esercitazione. Anche i paracadutisti e i marine russi si stanno trasferendo nelle zone di esercitazione prestabilite, che non sono ancora note. Il loro sbarco rientra sempre nelle manovre ordinate ieri da Putin, con il coinvolgimento di 150 mila uomini, 90 aerei, 120 elicotteri, 880 carri armati, oltre 1200 mezzi di vario genere e sino a 80 navi della flotta del Nord e del Mar Baltico.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *