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La Crimea sceglie la Russia, Ue e USA aumentano la pressione

Gli aggiornamenti di oggi

19.00 – Due mesi di custodia preventiva sono stati inflitti a Pavel Gubarev, scelto nei giorni scorsi dai manifestanti filorussi come ‘governatore popolare’ di Donetsk in sostituzione di quello designato dal governo di Kiev. Gubarev ieri era stato arrestato insieme a 70 suoi compagni dalle forze speciali inviati dalla capitale per riprendere possesso del palazzo della Regione. La Corte Distrettuale di Shevchenkivsky a Kiev ha accolto la richiesta di condanna di Gubarev presentata dall’Sbu, i servizi di sicurezza centrali, che lo accusano di violazione dell’integrità e sovranità nazionali, attentato all’ordine costituzionale e sequestro di edificio pubblico. 

18.45 – Il governo del Canada ha deciso di espellere immediatamente 9 militari russi che stavano studiando presso il centro linguistico militare di Ottawa. Mosca ha convocato immediatamente l’ambasciatore canadese per chiedere spiegazioni.

18.15 – Non potrà esservi alcun referendum sul futuro della Crimea se non sarà la stessa Ucraina a deciderne lo svolgimento: lo ha dichiarato il presidente francese François Hollande, al termine dell’incontro con uno dei principali esponenti dell’ex opposizione ucraina, ora al potere, Vitali Klitschko.

18.00 – Il colosso russo del gas Gazprom ha annunciato che potrebbe tagliare le forniture di gas all’Ucraina se le nuove autorità di Kiev non pagheranno una bolletta inevasa che ha raggiunto ormai 1,89 miliardi di dollari. “Di fatto l’Ucraina ha smesso di pagare il gas. Non possiamo consegnare il gas gratis. O l’Ucraina paga il suo debito e le forniture in corso o c’è il rischio che torniamo alla situazione di inizio 2009” ha detto il numero uno di Gazprom Alexei Miller. Nel 2009 Gazprom tagliò le esportazioni verso l’Ucraina, lasciando anche alcuni paesi dell’Europa a corto di metano.

17.00 – La Russia ha affermato che gli osservatori militari dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), a cui ieri e oggi è stato per due volte impedito l’ingresso in Crimea, non avevano “inviti ufficiali” da parte delle autorità della Repubblica Autonoma. L’Osce ha tentato di entrare in Crimea “bypassando il principio del consenso, che è fondamentale per l’Osce, senza considerare le opinioni e le raccomandazioni della parte russa, senza attendere un invito ufficiale dalla parte crimeana”, ha affermato il ministero degli Esteri russo.

14.50 – Gli osservatori dell’Osce sono stati nuovamente respinti al posto di frontiera con la Crimea, all’indomani del primo tentativo di entrare nella repubblica autonoma frustrato da due gruppi di uomini armati fedeli alle autorità della Repubblica Autonoma. 

14.40 – Gazprom, la più grande società russa di gas, ha reso noto oggi che l’Ucraina non ha pagato le forniture di febbraio entro la scadenza fissata per oggi. Il gruppo ha precisato che attualmente il debito totale dell’Ucraina nei confronti della società ammonta a 1,89 miliardi di dollari.

14.30 –  Il ministro della Difesa ucraino, Ígor Tenyuj, ha ordinato oggi il ritiro di tutti i militari del paese impegnati in progetti di specializzazione e cooperazione nelle basi della Federazione Russa. 

14.15 – Le Paralimpiadi di Sochi, che saranno inaugurate stasera alla presenza di Putin, sono state boicottate dalle delegazioni governative di Usa, Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia. Lo riferisce il presidente del comitato paralimpico internazionale, Philip Craven. Anche Parigi ha annunciato che per la Francia ci saranno solo gli atleti.

14.00 – L’Unione Europea sarebbe intenzionata ad aprire un’indagine sul legame tra i cecchini che nell’ultima settimana di febbraio hanno fatto a Kiev strage di manifestanti e poliziotti e le forze dell’ex opposizione ucraina di destra, attualmente al potere. Lo ha affermato oggi Maya Kocijancic, portavoce del capo della diplomazia europea Catherine Ashton. 

13.00 – Gli osservatori militari dell’Osce in Ucraina, bloccati ieri mentre tentavano di entrare in Crimea, proveranno nuovamente di fare il loro ingresso nella penisola sul Mar Nero. Gli osservatori, che provengono da 21 dei 57 Paesi membri dell’Organizzazione, hanno passato la notte nella città ucraina di Kherson, nei pressi della penisola, dopo che ieri un gruppo di uomini armati avevano loro impedito di percorrere una della strade che portano in Crimea. La missione è stata invitata dal nuovo governo ucraino. Nel territorio della Repubblica Autonoma che ha chiesto l’unione con la Russia vi sarebbero parecchie migliaia di soldati russi, alcuni dei quali bloccano alcune basi ancora fedeli alle autorità di Kiev. 

10.50 – La Unione dei Russi di Lettonia ha convocato per il prossimo 10 marzo una manifestazione a Riga di solidarietà con i russi dell’Ucraina e con il popolo della Crimea, in sostegno all’autodeterminazione della Repubblica Autonoma che ha deciso l’unione con la Federazioen Russa. Migliaia di persone scenderanno in piazza a Riga, avverte l’associazione, anche per i diritti linguistici e politici della minoranza russa in Lettonia.

10.40 – Gli Stati Uniti stanno valutando come rimuovere gli ostacoli federali all’esportazione di gas per sostituire eventualmente la Russia nei rifornimenti di alcuni paesi europei. Questa la posizione espressa separatamente dal portavoce della Casa Bianca, Jay Carney e dal sottosegretario di Stato Nicolas Burn. Il primo ha sottolineato che ogni decisione sull’esportazione di Gnl (gas naturale liquefatto) sarà fatta caso per caso in base alle necessità. 

10.30 – Una delegazione di parlamentari della Repubblica autonoma di Crimea è in visita oggi a Mosca dove ha in programma incontri con i rappresentanti della Duma e del Consiglio della Federazione. Come riporta il quotidiano Izvestia, i colloqui vertono sia sullo svolgimento del referendum che il 16 marzo chiederà ai crimeani se vogliono entrare a far parte della Federazione russa, sia sulla proposta di spostare la capitale della Crimea da Sinferopoli a Sebastopoli.

10.20 – Obama ha annunciato la firma di un ordine esecutivo per imporre restrizioni sui visti a esponenti russi e ucraini e che dà “flessibilità per agire in futuro sulla base delle evoluzioni della situazione”, il presidente USA ha anche detto che “un referendum sul futuro della Crimea violerebbe la legge internazionale”. Un intervento secco quello di Obama che non ha accettato domande dai giornalisti: “Siamo in costante contatto con la comunità internazionale. I Paesi occidentali sono uniti sulla questione ucraina”, ha continuato sottolineando ancora una volta che la mossa della Russia ha “violato la sovranità dell’Ucraina”.

10.10 – Il consiglio comunale di Sebastopoli, porto strategico per la Russia in Crimea, ha votato per la sua immediata annessione alla Russia e per la rottura di ogni rapporto con l’Ucraina. Sebastopoli ospita il quartier generale della Flotta russa del Mar nero. Nel comunicato pubblicato sul proprio sito web, il consiglio municipale afferma di aver adottato la decisione di “associarsi alla Federazione russa come soggetto della Federazione russa” e di sostenere appieno la decisione del parlamento di Crimea di tenere il 16 marzo il referendum sull’annessione della penisola alla Russia.

10.00 – Il presidente ucraino Viktor Yanukovich, destituito dal golpe delle ex opposizioni, si troverebbe ricoverato in un ospedale di Mosca in gravi condizioni, con un sospetto attacco di cuore. Lo scrive il quotidiano moscovita Moskovski Komsomolets che cita “informazioni non ufficiali” ancora senza conferma. Yanukovich che è ricercato dalle autorità di Kiev con l’accusa di “strage” si era rifugiato in Russia, dove ha chiesto asilo. Qualche giorno fa si era già diffusa la notizia, poi smentita, della morte del presidente ucraino, sempre per un infarto, ma poi Yanukovich era riapparso in pubblico per un’intervista.

Gli aggiornamenti di ieri

19.00 – È salito a 100 il numero dei morti negli scontri di gennaio e febbraio a Kiev tra polizia e insorti antigovernativi (molti sarebbero stati uccisi dai colpi sparati dai cecchini che secondo il ministro degli esteri Estone erano stati ingaggiati dalle ex opposizioni). Lo fa sapere il ministero della Salute ucraino sul suo sito internet ufficiale. Dal 18 febbraio, secondo le stime ufficiali, 1.075 persone sono rimaste ferite negli scontri nella capitale ucraina e 698 sono state ricoverate, 216 sono ancora in ospedale.

18.45 – Circa 10 mila persone sono scese in piazza oggi a Kharkiv, nelle regioni russofone dell’Ucraina orientale, chiedendo un referendum per avere maggiore autonomia da Kiev e protestando contro la ripresa del percorso di integrazione europea dell’Ucraina e contro un eventuale ingresso nella Nato.

18.30 – I militari russi hanno bloccato l’uscita della base della flotta da guerra ucraina di Sebastopoli facendo affondare nella notte una propria nave anti sommergibile ormai fuori servizio, la Ociakov. Secondo l’agenzia ucraina Unian, che cita proprie fonti in Crimea, ieri sera i vascelli russi che presidiavano lo specchio d’acqua, tra cui l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero ‘Moskva’, si sono allontanati e hanno rimorchiato la Ociakov sino all’ingresso della base navale ucraina, dove l’hanno fatta inabissare riempiendola d’acqua, insieme ad un vecchio rimorchiatore. Durante il blitz, le navi russe hanno accecato con i loro riflettori il posto di controllo “nemico”.

 

18.15 – La Ue ritiene “illegale” il referendum sull’indipendenza della Crimea dall’Ucraina. E’ quanto si sottolinea nelle conclusione del vertice straordinario Ue sull’Ucraina. “La decisione del consiglio supremo della Repubblica autonoma di Crimea di indire un referendum sullo status futuro del territorio è contrario alla Costituzione ucraina ed è quindi illegale”, si legge nelle conclusioni.

18.00 – La Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) ha deciso di iniziare l’iter per sciogliere il parlamento della Crimea, che ha fissato per il 16 marzo un referendum per annettere alla Russia la penisola sul Mar Nero. Da parte sua il parlamento della Repubblica Autonoma ha deciso oggi di assumere a sè tutte le funzioni di governo istituendo un proprio sistema fiscale ed un proprio sistema giudiziario.

17.45 – La giustizia ucraina ha emesso mandati d’arresto per il premier e per il presidente del parlamento della Crimea, Serghei Aksionov e Vladimir Kostantivov.

17.30 – Una nave da guerra statunitense armata con missili si dirige nel Mar Nero per partecipare ad esercitazioni congiunte con le flotte di Bulgaria e Romania. Secondo il portavoce della Marina da Guerra statunitense, la nave, con 300 marinai e missili da crociera a bordo, si dirige proprio verso le coste della Crimea.

17.00 – La Russia accusa gli Stati Uniti di “propaganda di basso livello” e “cinismo” dopo la pubblicazione di una nota informativa sul sito del Dipartimento di Stato, dove vengono confutate dieci affermazioni di Vladimir Putin sulla Crimea: dall’assenza di truppe russe nella repubblica autonoma alla illegittimità della destituzione dalla presidenza di Viktor Yanukovich dal posto di presidente. La reazione russa è durissima. “Gli Usa non riescono ad accettare che non è sempre e ovunque possibile imporre la loro volontà e agire nel ruolo, fino a poco tempo fa usuale, di giudice senza macchia che ha diritto all’ultima parola”, ha commentato il ministero degli Esteri moscovita tramite il portavoce ufficiale Aleksandr Lukashevich.

16.00 – L’Ucraina è pronta a firmare l’accordo d’associazione con l’Unione europea “non appena possibile”. L’ha affermato oggi da Bruxelles il primo ministro di Kiev Arseny Yatsenyuk, andato al potere dopo la caduta del presidente Viktor Yanukovich.

15.00 – Due esponenti del movimento ucraino Femen sono state fermate oggi dalla polizia a Sinferopoli, la capitale della Repubblica Autonoma di Crimea, dopo aver fatto irruzione, come al solito a seno nudo, in una manifestazione contro il regime d Kiev davanti al Parlamento locale, urlando: “Fermate la guerra di Putin!” Una di loro è stata rapidamente fermata, mentre la seconda è riuscita a fare una cosa prima di essere bloccata. La folla che era attorno, agitando bandiere rosse, le ha urlato: “Vergogna!” 

14.30 – Due gruppi di uomini armati “addestrati e professionali” hanno impedito l’ingresso in Crimea di 40 osservatori militari dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce): lo hanno reso noto fonti diplomatiche occidentali.

14.00 – La Russia reagirà immediatamente se uno qualsiasi dei paesi dell’Unione europea inasprirà la politica dei visti nei confronti dei russi. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo attraverso il suo portavoce del ministero degli Esteri Alexander Lukashevich, parlando di “informazioni circa l’intenzione dell’Ue di prendere in considerazione in un prossimo futuro la sospensione temporanea dei negoziati con la Russia sulla liberalizzazione dei visti a causa della situazione in Ucraina. Ovviamente, questo approccio politicizzato, soffocante e irragionevole va contro gli accordi esistenti tra la Russia e UE per semplificare ulteriormente la procedura di viaggi dei cittadini russi e europei” ha detto Lukashevich.

13.30 – In Russia il presidente Vladimir Putin ha presieduto oggi una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza russo nella quale è stata affrontata la richiesta di adesione alla Federazione russa avanzata dal Parlamento regionale della Crimea. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, la riunione è stata specificamente convocata per valutare la situazione in Ucraina e, in particolare, la richiesta del Parlamento crimeano. Peskov non ha fornito ulteriori dettagli sul ten ore della discussione.

11.50 – Alcuni media ucraini e russi hanno comunicato ieri che a Kiev sarebbero arrivati 300 mercenari della statunitense Academi, ex Blackwater Worldwide, una delle maggiori PMC (Private Military Companies). L’area di impiego dei mercenari sarebbe l’Ucraina sud-orientale, dove più forti sono le proteste contro la giunta filo-Ue e filo-Nato di Kiev. In queste regioni infatti sono frequenti le prese di posizione delle amministrazioni locali che non riconoscono il nuovo potere centrale, e gli oligarchi nominati governatori dal governo non stanno riuscendo a contenere le proteste.
La Blackwater – Academi è tristemente nota per le stragi compiute contro civili a Falluja e Baghdad e successivamente in Afghanistan. (Fonte: Con l’Ucraina Antifascista)

11.40 – Gli Stati Uniti hanno intenzione di aumentare il sostegno militare alla Polonia e ai Paesi baltici. Ad annunciarlo è stato il capo del Pentagono Chuck Hagel in Congresso, in occasione dell’audizione in Senato sulla proposta per il budget del 2015 destinato al dipartimento della Difesa. Tra le misure che verranno prese, ha detto Hagel, ci sarà l’aumento delle esercitazioni dell’aviazione militare in Polonia. Il numero uno del Pentagono ha poi detto di essere “in costante contatto con gli alleati Nato” e che “è il momento di stare dalla parte dell’Ucraina, e noi lo stiamo facendo”. 

11.30 – Il parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea ha votato oggi quasi all’unanimità (78 voti a favore su 81) per l’ingresso del territorio a maggioranza russa nella Federazione Russa, in qualità di nuovo “soggetto”. Lo riferisce Ria Novosti, dopo aver preso visione del testo della mozione messo al voto, in cui si parla di “ingresso nella Federazione russa con diritti di soggetto della Federazione”. Poco prima il governo d Simferopoli aveva fissato per il 16 marzo il referendum sullo status della Crimea. I cittadini del territorio saranno chiamati a scegliere tra due opzioni: passare a far parte della Federazione russa oppure restare parte integrante dell’Ucraina, ma sulla base della Costituizone della Crimea del 1992, che prevede di regolare i rapporti con Kiev in base a specifici accordi. Da capire però ora se il referendum si celebrerà lo stesso o meno.

11.20 – La Russia ribadisce che un’adesione dell’Ucraina alla Nato sia impossbile e che le cancellerie occidentali ne siano ben coscienti. L’ha affermato il viceministro degli Esteri di Mosca Vasily Nebenzya all’agenzia di stampa Interfax. “In ogni caso, io non penso che accadrà. E’ impossibile”, ha detto Nebenzya. “Tutti, noi e l’Occidente, comprendiamo – ha aggiunto – quello che un ingresso (dell’Ucraina) nella Nato vorrebbe dire per la Russia”.

11.10 – Gli Stati Uniti hanno deciso di rafforzare le pattuglie aeree Nato sui Paesi baltici, in un nuovo segnale di tensione con la Russia. Gli Usa invieranno altri sei caccia F-15, ha annunciato il ministro della Difesa della Lituania, Juozas Olekas, in risposta “all’aggressione russa in Ucraina e all’accresciuta attività militare nella regione di Kalinigrad”, l’enclave russa sul Baltico, incuneata tra Polonia e Lituania.
Dall’inizio dell’anno quattro F-15 sono stati già assegnati al controllo dello spazio aereo di Estonia, Lwttonia e Lituania, i tre paesi ex sovietici diventati membri della Nato nel 2004.

11.00 – Ci sono i nomi del deposto presidente Viktor Yanukovich, del figlio Oleksandr e di diverse personalità dell’entourage del presidente, fuggito in Russia dopo la destituzione, nella lista dei 18 cittadini ucraini per i quali l’Unione europea ha disposto il congelamento dei beni. Il provvedimento riguarda persone che, a dire dell’Ue, si sarebbero appropriati di fondi statali ucraini, secondo quanto riferisce in un comunicato l’Ue. Nessun accenno, ovviamente, nei confronti dei ricchissimi oligarchi che sostengono il governo golpista.

10.45 – Il primo ministro ucraino Arseny Yatsenyuk ha accusato oggi la Russia di accrescere “la tensione” e di produrre “provocazioni” nel suo Paese. “Sta alla Russia decidere se pronta a risolvere questo conflitto o di continuare a essere reticente e di accrescere la tensione, come ha fatto nelle ultime ore”, ha dichiarato Yatsenyuk, braccio destro dell’oligarca Yulia Timoshenko.

10.30 – La polizia ucraina agli ordini del governo golpista ha ripreso stamattina il controllo dell’edificio dell’amministrazione regionale di Donetsk, città dell’Ucraina orientale, occupato ieri dai manifestanti che non riconoscono l’autorità di Kiev. Nel duro intervento delle forze speciali antisommossa sono state arrestate 75 persone. Dopo la prova di forza, comunque, la tensione nella città orientale, resta tesa. Un centinaio di dimostranti continuano a bloccare l’edificio, che a fasi alterne è stato occupato dai manifestanti che hanno issato la bandiera russa, poi sgomberato dalla polizia fedele all’autorità centrale e poi rioccupato da lunedì fino allo sgombero violento di oggi, durante il quale ci sono stati anche dei feriti.

10.15 – Ci saranno anche due italiani tra i 35 osservatori militari inviati dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) in Ucraina per monitorare la situazione. E’ quanto si apprende in un comunicato della Difesa. “I nostri due militari, individuati dallo Stato Maggiore Difesa, giungeranno in Ucraina nelle prossime ore”, si legge nella nota.

10.00 – Oggi il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà di nuovo a porte chiuse alle 20.30 ora italiana per discutere la crisi ucraina. Si tratta della quarta riunione del Consiglio sulla questione da venerdì scorso: al termine dell’ultima, tenuta lunedì scorso, non era stata diffusa alcuna dichiarazione congiunta.

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