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La fabbrica del falso contro il “nemico” venezuelano

Da Washington a Roma, passando per Parigi e Berlino, l’ordine è stato impartito: andiamo verso un periodo di guerre, vanno costruiti adeguatamente “i nemici”.

Sulla Russia, nella vicenda ucraina, ne abbiamo viste di tutti i colori, compreso il silenzio assoluto sul peso preponderante dei neonazisti nel nuovo “governo democratico” (sicuramente non passato per elezioni, quindi con qualche problemino sul piano formale).

Sul Venezuela sta ora montando una canea ben organizzata. Una sconosciuta “fotografa italiana” che collabora con un giornale locale di destra è stata elevata all’onore delle prime pagine grazie a un fermo di poche ore, senza botte né violenza alcuna.

Ora vi proponiamo qui un esempio di falsificazione, non perché sia rilevante la fonte (Il Journal è un sito online che porta come prima notizia, stamattina, “I dolci del carnevale”, tra conisderazione alquanto bislacche sulle notizie vere), ma per il metodo. Decisamente raffazzonato, approssimativo, ma “sicuro” perché in linea con “l’ordine” che gira nelle redazioni maggiori.

Nella foto di apertura si vede un gruppo di poliziotti armati, addirittura uno col fucile puntato verso una ragazza a terra. Titolo inequivocabile: “L’eccessiva violenza della repressione della polizia nelle proteste in Venezuela”.Seguito da un catenaccio ancora più esplicito: “Direttamente da Caracas, un giornalista di El Nacional e due ufficiali della Guardia Nazionale Bolivariana, mettono in guardia sulla troppa forza usata dalla stessa, nelle azioni di controllo delle manifestazioni di questi giorni nel paese”.

Insomma: la polizia bolivariana mena senza motivo, al punto che due ufficiali della stessa fanno “i pentiti” e si (auto)criticano con il quotidiano di destra (sempre il Nacional, guarda caso).

L”immagine risale però al Paraguay, documenta la repressione delle proteste – di sinistra, ovviamente – in quel paese nel 2008 (sei anni fa) ed è stata peraltro utilizzata anche da altri giornali in riferimento alle proteste in Brasile l’anno scorso. Quindi: i media ufficiali usano allegramente immagini prese a caso da Internet per “confermare” il contenuto di articoli che altrimenti sarebbero solo parole.

Viviamo nella civiltà dell’immagine, che “parla” più dei discorsi. Persino “ultrasinistri” deboli nelle capacità critiche perdono l’orientamento davanti a una foto come questa: polizia da una parte, manifestanti inermi dall’altra. Cosa volete di più?

Noi vogliamo sempre sapere di quale piazza si parla; chi sta da una parte e chi dall’altra. Ricordiamo decine di esempi di “movimenti di destra” scagliati contro governi progressisti o ricoluzionari. Non solo i camionisti contro Allende, ma anche la “guerriglia” della Renamo contro il governo di Samora Machel; e la “contra” del Comandante Zero nel Nicaragua appena liberato dai Sandinisti. Guerre civili e imperialismo si intrecciano in cento maniere. Lo sforzo – nostro, da comunisti con la testa sveglia – è quello di distinguere, capire, conoscere. Perché la distinzione è la potenza dell’intelletto. Sempre. Abbiamo i nostri limiti, e quindi si può sbagliare, a volte. Lo si ammette e si cerca di stare più attenti. Ma mentire mai: la verità è rivoluzionaria.

Qui di seguito alcuni articoli del 2008, relativi alla repressione… in Paraguay. Con la stessa foto attribuita oggi al Venezuela. Basta guardare le date…

Schermata del 2014-03-06 112717

Schermata del 2014-03-06 112814

 

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1 Commento


  • Lucio Caldani

    Spett. redazione di Contropiano,
    dovo aver letto il vostro articolo ho scritto a “Il Journal” segnalando la falsità della foto ma senza citare la fonte cioè voi, per evitare le solite solfe sui soliti comunisti ecc e di seguito riporto la risposta. Faccio solo notare che non si sono neanche sforzati di togliere la foto…
    Lucio

    ” eduardo lubrano on marzo 6th, 2014 at 16:09:
    Sig. Lucio
    l’errore nella scelta di una foto, di questo si è trattato, credo meriti la sua giusta segnalazione. Ma non l’astio che si legge nelle sue parole e le accuse di diffondere falsità. Grazie della segnalazione ovviamente e spero che continui a leggerci.”

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