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Bombardamenti su Gaza e scontri in Cisgiordania: sei palestinesi uccisi

Un raid aereo condotto stamattina da Israele nel Sud della striscia di Gaza ha provocato la morte di tre persone, naturalmente palestinesi. L’attacco è avvenuto a est di Khan Yunes. Il servilismo dei media occidentali è però altrettanto feroce dei missili israliani: nei lanci d’agenzia questo “attacco aereo” è definito come “incidente”! Omicidi mirati e stragi di civili… incidenti?

Un portavoce militare israeliano ha mentito come sempre, sapendo di poter contare sulla complicità generale, ed ha affermato che miliziani della Jihad islamica hanno sparato stamane dal sud della striscia di Gaza un colpo di mortaio contro una unità dell’esercito. “Allora un velivolo militare israeliano – ha aggiunto – è entrato in azione per impedire ulteriori attacchi contro civili (ma non era “una unità dell’esercito”?, ndr), e ha colpito l’unità terroristica, che è stata centrata in pieno”.

I tre uccisi sono stati quindi indicati come miliziani della Jihad islamica, ma l’organizzazione non ha finora confermato la circostanza, né lo sparo di un colpo di mortaio. Fonti locali hanno invece riferito che “la tensione” è iniziata nella mattinata, quando un drone israeliano si è schiantato a terra in quella zona. Un portavoce del braccio armato di Hamas ha annunciato di averne recuperati i resti. Si capisce dunque che l’esercito israeliano ha cercato di recuperare i resti del drone, invadendo un tratto di Striscia, ma si è trovato davanti la resistenza delle milizie palestinesi. Ed ha quindi “invocato” l’aiuto dell’aviazione.

Per chi scrive di mestiere: l'”incidente” riguardava il drone. Gli omicidi si chiamano in quest’altro modo.

E per il secondo giorno consecutivo la Cisgiordania è teatro di violenti scontri tra la popolazione palestinese e i soldati israeliani occupanti, scontri che hanno già provocato la morte di due palestinesi e il ferimento di altri cinque, tutti a colpi d’arma da fuoco. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Ma’an, precisando che ci sono stati più episodi contemporaneamente in diverse zone del territorio occupato da Tel Aviv.

Nel primo caso Fidaa Magidba ha perso la vita nei pressi di Tulkarem (nord) in un inseguimento del suo veicolo da parte di soldati israeliani che hanno aperto il fuoco. Questa è la ricostruzione dei fatti diffusa da fonti di sicurezza locale, precisando che la macchina si è capovolta sul ciglio della strada e che il suo occupante è morto sul colpo.

In un altro caso, cinque palestinesi sono rimasti feriti da colpi d’arma da fuoco esplosi da militari di Tel Aviv, in scontri che si sono verificati durante un raid nel campo sfollati di al Jalazun, a nord di Ramallah. I ragazzi, tutti giovani, sono stati raggiunti da proiettili all’addome, circostanza che l’esercito occupante nega. Per l’agenzia Ma’an l’intervento delle truppe israeliane è stata una “rappresaglia” all’attacco messo a segno da alcuni palestinesi contro un edificio residenziale dell’insediamento “illegale” di Beit El. Ieri sera il 18enne Saji Darwish è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco lungo una strada a nord-est di Ramallah; i militari israeliani lo hanno accusato di “aver colpito un convoglio con pietre”.

Poche ore prima a perdere la vita è stato Raed Zueter, 38 anni, giudice giordano di origine palestinese colpito mortalmente dall’esercito di Tel Aviv nei pressi del confine fra la Giordania e la Cisgiordania. Stando alla ricostruzione delle forze di difesa israeliane, un soldato avrebbe aperto il fuoco contro l’uomo all’Allenby/King Hussein Bridge dopo che questi avrebbe tentato di rubargli il fucile.

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