“Un aereo siriano ha violato il nostro spazio aereo. I nostri F-16 si sono levati in volo e lo hanno abbattuto. Perché? Perché se voi violate il mio spazio aereo, la nostra risposta sarà pesante”. E’ con queste parole che il premier turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai suoi sostenitori nel nord-ovest della Turchia in vista delle elezioni amministrative del prossimo 30 marzo, ha confermato l’abbattimento di un caccia siriano da parte della difesa antiaerea di Ankara. La notizia era circolata già in mattinata prima di essere confermata ufficialmente anche da parte turca. “Se violi il nostro confine, il nostro schiaffo sara duro”, ha detto Erdogan.
Un portavoce dell’esercito siriano aveva fatto sapere dell’abbattimento, definendolo una “palese aggressione”. La fonte militare siriana ha denunciato che l’abbattimento è avvenuto nell’area di Kassab, nel nord della provincia di Latakia, vicino al confine con la Turchia, dove negli ultimi giorni ribelli jihadisti hanno lanciato un’offensiva contro le forze lealiste per il controllo di un importante valico. Il pilota si è salvato lanciandosi con il paracadute. Il ministero degli Esteri di Damasco ha denunciato in un comunicato quello che ha definito «il coinvolgimento della Turchia in Siria fin dall’inizio degli eventi».
Secondo il cosiddetto Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus, basata a Londra e filoribelli), almeno 20 miliziani anti-governativi sono stati uccisi e 30 feriti negli scontri e nei bombardamenti delle forze lealiste, appoggiate dai volontari delle milizie di autodifesa nazionale, intorno alla località di Nabaa al Mor e al valico di confine di Kasab. Molti dei miliziani islamisti feriti sono stati trasportati in territorio turco per essere curati. Da tre giorni gruppi di miliziani sunniti jihadisti, tra i quali i qaedisti del Fronte al Nusra, hanno lanciato un’offensiva denominata “Al Anfal” nel nord della provincia di Latakia, bastione della comunità alawita.
Non è la prima volta che l’aviazione turca abbatte un aereo siriano da quando tre anni fa a Damasco è scoppiata la guerra civile con l’intervento di gruppi islamisti stranieri contro il governo e delle milizie di Hezbollah a fianco delle truppe governative. Nel settembre dell’anno scorso, un jet da combattimento turco ha colpito un elicottero militare di Damasco, anche in quel caso con la giustificazione che questo era entrato nello spazio aereo del Paese. La Turchia nel 2012 ha cambiato le sue regole in proposito, stabilendo che ogni elemento militare siriano che si avvicini al confine turco viene trattato come obiettivo legittimo di un’azione militare.
Nei giorni scorsi anche l’esercito israeliano ha colpito per l’ennesima volta postazioni militari siriane al confine con le alture del Golan, rispondendo in qualche modo alle richieste di aiuto realizzate da una parte dell’opposizione siriana.
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