Mayada Ashraf, giornalista del quotidiano Al Dostour, di 22 anni, è rimasta uccisa ieri in circostanze non ancora chiare mentre era impegnata a seguire gli scontri fra i sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi e la polizia nell’area di Ain Shams, nel settore orientale del Cairo. Secondo le prime informazioni disponibili, la Ashraf è stata raggiunta da due proiettili alla testa mentre seguiva gli scontri. Secondo due opposte versioni la ragazza sarebbe stata uccisa dai Fratelli Musulmani o dalle forze di sicurezza, e comunque in serata 8 militanti islamisti sono stati arrestati perché accusati dell’omicidio. Altre due le vittime della repressione di ieri contro le manifestazioni di protesta antigovernative.
Secondo l’edizione online del giornale di Stato Al Ahram, i vertici del giornale indipendente Al Dostour hanno pubblicato sul loro sito una richiesta rivolta al ministero della Sanità egiziano per poter prelevare il corpo e portarlo fuori dalla zona, in cui sarebbero ancora in corso violenti scontri che avrebbero provocato anche la morte di un giovane e il ferimento di un numero imprecisato di dimostranti.
I sostenitori di Morsi hanno protestato ieri anche in altre zone del paese per opporsi alla decisione del generale Abdel Fattah al Sissi di presentarsi alle prossime elezioni presidenziali.
Intanto il presidente ad interim Adly Mansour ha nominato il generale Sedki Sobhi alla guida delle forze armate e del ministero della Difesa, all’indomani dell’annuncio delle dimissioni del leader dell’esercito.
Il generale Mahmoud Hegazi, la cui figlia è sposata con uno dei figli di al Sissi, è stato a sua volta nominato capo del personale dell’esercito. L’agenzia di stampa Mena riferisce che questa mattina, al Sissi ha tolto l’uniforme militare e ad una riunione di gabinetto si è presentato, per la prima volta, in abiti civili.
La data per le elezioni presidenziali in Egitto non è stata ancora fissata, ma in un’intervista al quotidiano filogovernativo Al Ahram il presidente Mansour ha ipotizzato che il voto potrebbe tenersi verso metà luglio e che ad esso possano seguire le elezioni legislative. Finora il leader della Corrente popolare, Hamdeen Sabahi, terzo alle presidenziali del 2012, è l’unico aspirante ad aver dichiarato la sua intenzione a candidarsi.
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