La rivolta dei ricchi colpisce ancora. Mentre i media italiani si concentrano sulla morte di un giovane di origini italiane durante gli scontri a Maracaibo, il ministro della Sanità del governo bolivariano, Francisco Armada, ha denunciato che da quando sono iniziate, il 12 febbraio scorso, le proteste violente dell’oligarchia e di alcuni settori sottoproletari sul libro paga degli ambienti golpisti ben 11 centri di assistenza sanitaria gratuita sono stati devastati dai manifestanti.
E’ assai significativo che per l’ennesima volta i gruppi di destra prendano di mira i presidi sanitari realizzati dai governi di sinistra nelle periferie urbane e nelle regioni più isolate con la attiva collaborazione dei medici cubani. Presidi sanitari gratuiti che per la prima volta nella storia del Venezuela hanno fornito a milioni di cittadini poveri un’assistenza medica mai assicurata prima dai governi liberali.
Tra gli attacchi agli ambulatori medici risalta quello realizzato da un gruppo di una quarantina di incappucciati contro il centro sanitario di Riabilitazione Integrale della Missione Barrio Adentro di San Cristóbal (Táchira, nell’ovest del Venezuela).
Sulla base di alcune testimonianze e della denuncia di alcuni abitanti della cittadina il sindaco della località Daniel Ceballos, appartenente allo schieramento di destra, è stato processato e condannato ad un anno di reclusione.
Un altro degli attacchi più gravi contro il sistema sanitario pubblico si è verificato il 13 febbraio scorso quando ben dieci molotov furono lanciate contro la Direzione per la Salute Ambientale del Ministero della Sanità.
Inoltre la dirigente del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Socorro Hernández, ha denunciato che gruppi di manifestanti hanno incendiato la sede dell’organo legislativo nella città di Maracaibo (stato di Zulia, nordovest del Venezuela). L’attacco si è verificato lo scorso 25 marzo.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Fabietto
Sono totalmante d’accordo con l’articolo. Unica correzione: il giovane di origini italiane non è morto negli scontri, ma è morto perchè insieme ad un gruppetto di fanatici come lui, maneggiava un artefatto esplosivo “casareccio” che si era costruito da solo che gli è esploso in mano e gli ha squarciato il petto. La stessa stampa di destra che nelle prime ore era gasata nel poter raccontare di un manifestante oppositore ucciso dalla polizia, quando è stato accertato ciò che era successo nel giro di poche ore , la notizia di questa morte è sparita da tutti i siti oppositori perchè la favola dei manifestanti pacifici brutalizzati dalla polizia ne sarebbe uscita con le ossa rotte.
Piccole note su chi era questo ragazzo. Figlio di un imprenditore di origini italiane ricchissimo con incarichi nella confindustria di Maracaibo, aveva fatto un corso in una accademia militare del Kansas negli USA, e nel suo profilo facebook ha foto con diverse auto Ferrari e si definiva militante dell’ultra destra.
Saluti a tutti e VIVA CHAVEZ