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Bogotà difende il suo sindaco dagli assalti della destra

Continua a provocare polemiche a non finire il tentativo di destituzione di Gustavo Petro, sindaco di Bogotá – seconda carica dello Stato dopo il presidente della Repubblica – ex guerrigliero ed esponente di spicco dell’opposizione di sinistra, mentre entra nel vivo la campagna per le presidenziali del 25 maggio. Secondo un sondaggio dell’istituto Cifra & Conceptos, realizzato su un campione di 2500 cittadini, il 60% degli abitanti della capitale è contrario alla rimozione di Petro, inabilitato, per di più, a ricoprire i pubblici incarichi per i prossimi 15 anni per decisione del controverso procuratore Alejandro Ordóñez Maldonado, appartenente ai circoli più reazionari.

Il 19 marzo, nonostante la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) avesse chiesto di sospendere la sanzione, il presidente Juan Manuel Santos (destra) ha ratificato la decisione di Ordóñez motivata da gravi “irregolarità” riscontrate a carico di Petro nella politica di gestione dei ciclo dei rifiuti urbani che per tre giorni nel dicembre 2012 aveva provocato disagi nella capitale. Ma secondo il sondaggio il 59% degli intervistati avrebbe voluto invece il rispetto del dettame della Cidh e al 46% non piace il sostituto individuato dallo stesso presidente nel suo ministro del Lavoro, Rafael Pardo.

A Santos spetta ora decidere chi sostituirà Petro in una terna di nomi che saranno presentati dal suo partito fino a quando non saranno convocate elezioni straordinarie da cui uscirà l’uomo che guiderà la capitale fino alla fine del mandato naturale del sindaco rimosso, il 31 dicembre 2015. Prima, però, è previsto che il Consiglio nazionale elettorale sciolga un dubbio all’esecutivo che ancora non sa da dove scegliere il nome del nuovo primo cittadino ‘ad interim’ poiché il Movimiento Progresista, a cui appartiene Petro, si è fuso con il Partido Verde formando la neonata Alianza Verde.

Fra gli aspiranti più accreditati a succedere a Petro c’è soprattutto l’ex vice presidente Francisco Santos, esponente del Centro Democrático, il partito di estrema destra dell’ex presidente Alvaro Uribe (2002-2010), feroce avversario del suo successore e del processo di pace con la guerriglia in corso con le Farc a Cuba.

Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, invece, la scheda bianca sembra essere l’opzione favorita dei colombiani, stando almeno all’ultimo sondaggio pubblicato da Radio Caracol (progressista), in cui si evidenzia la perdita di consensi per il capo dello Stato uscente Juan Manuel Santos. Secondo l’istituto Polimétrica, il 26% degli intervistati intende votare “blanco”; Santos è al secondo posto con il 23% delle preferenze, mentre il suo principale rivale, il candidato di Alianza Verde, Enrique Peñalosa, è terzo con il 13%. Indietro si trova il candidato di Centro Democrático, Iván Zuluaga, con l’11%, seguito dall’esponente della sinistra del Polo Democrático Alternativo, Clara López, con il 9% e dalla candidata del Partido Conservador, Marta Lucía Ramírez, con il 5%.

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