Ypf (Yacimientos Petrolíferos Fiscales), tornata sotto il controllo statale dopo l’espropriazione del 51% alla spagnola Repsol, e il colosso statunitense Chevron hanno confermato l’intenzione di portare avanti il progetto di sfruttamento di idrocarburi non convenzionali nell’area di Vaca Muerta, in Patagonia, con investimenti per 1,6 miliardi di dollari (1,1 miliardi di euro): lo ha annunciato il presidente e consigliere delegato dell’Ypf, Miguel Galuccio, riferendo della firma di un nuovo accordo. “L’anno scorso – ha detto Galuccio – avevamo detto che si trattava di un’alleanza strategica e a lungo termine. Questa continuità nel lavoro e nel progetto di sfruttamento cominciato non fanno altro che confermare che abbiamo scelto il socio giusto e a misura di ciò di cui oggi hanno bisogno Ypf e il paese”.
L’intesa prolunga il progetto pilota avviato nel 2013 e sviluppato fino al mese scorso con investimenti iniziali per 1,2 miliardi di dollari (894 milioni di euro), interamente coperti da Chevron, che hanno consentito la perforazione di 161 pozzi. L’accordo include la perforazione di 170 pozzi addizionali nell’arco di quest’anno. L’area interessata è di 395 km: qui le due compagnie stimano di perforare in totale 1500 pozzi per raggiungere una produzione di oltre 50.000 barili di greggio non convenzionale e 3 milioni di metri cubi di gas naturale associato al giorno.
La superficie totale di Vaca Muerta, un progetto a cui si oppongono, inascoltate, le comunità indigene Mapuche della provincia centro-occidentale di Neuquén, è di 30.000 km2 nei quali Ypf ha una partecipazione netta equivalente a 12.000 km2; il gruppo argentino ha 19 squadre addette alla perforazione nell’are di Loma Campana, da cui si estraggono oltre 20.000 barili di greggio al giorno.
Ma Ypf e Chevron puntano anche ad altro: l’accordo pone come ulteriore obiettivo condiviso quello di delineare una nuova area per lo sfruttamento degli idrocarburi non convenzionali, con un programma esplorativo di nove pozzi, 7 verticali e 2 orizzontali, a Narambuena, un’area di 200 km2 sempre nella provincia patagonica. Gli investimenti stimati sinora sono pari a 140 milioni di dollari (100 milioni di euro), interamente a carico di Chevron. L’accordo consentirà fra l’altro a Repsol, che mantiene ancora una partecipazione in Ypf del 12%, di avere garanzie sufficienti per ottenere i 5 miliardi di dollari di indennizzo in titoli di stato che l’Argentina si è impegnata a versare per l’espropriazione.
Fonte: Misna
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