Sono ben trenta gli ufficiali di diverso grado dell’esercito del Venezuela arrestati nelle ultime settimane con la grave accusa di aver complottato per destituire il governo di Caracas. Tra questi anche tre generali e un capitano in pensione, arrestati a metà marzo, rinviati a giudizio da un tribunale militare per istigazione alla rivolta con l’accusa di aver guidato un progetto golpista. Secondo le informazioni pubblicate dal quotidiano Ultimas Noticias – ma mancano conferme ufficiali – si tratterebbe dei generali dell’Aviazione Oswaldo Hernández, José Machillanda e Carlos Millán e del capitano in pensione della Guardia Nazionale (polizia militare) Juan Carlos Nieto.
All’arresto dei trenta ufficiali i servizi di sicurezza di Caracas sarebbero arrivati dopo alcune settimane di pedinamenti e intercettazioni che avrebbero rivelato i loro contatti con i gruppi di destra filo statunitensi che da febbraio sono a capo di violente manifestazioni miranti a destabilizzare il paese e che sono costate la vita a circa 40 persone tra militanti dei partiti di sinistra, esponenti delle forze dell’ordine e manifestanti antigovernativi.
Secondo quanto hanno riferito ai media fonti del governo bolivariano, il colpo di stato era stato fissato per giovedì 20 marzo, e alla sollevazione militare avrebbero dovuto partecipare sia una parte delle forze aeree che gruppi di militari dislocati in varie città con l’obiettivo di alimentare il caos e giustificare una presa del potere da parte di una giunta militare golpista legata alle opposizioni. Commentando la notizia degli arresti, la ministra della Difesa ammiraglio Carmen Meléndez ha affermato che mai le Forze Armate Nazionali Bolivariane (Fanb) accetteranno l’instaurazione di un governo al di fuori della ‘via dettata dalla Costituzione’.
Già all’inizio della settimana il capo del Comando strategico operativo della Fanb, il generale Vladimir Padrino, durante un’intervista aveva detto che “ex capi militari che principalmente vivono all’estero e sottostimano la coscienza patriottica e costituzionale” dei militari “e della popolazione” avevano rivolto “appelli sovversivi e irrispettosi” alla forze armate per rovesciare Maduro.
Nelle ultime settimane sono finiti in carcere anche alcuni agenti e dirigenti di polizia, accusati dai tribunali di aver operato in maniera violenta contro alcuni manifestanti in molti casi per fornire argomenti alle opposizioni golpiste ed aumentare la tensione nel paese.
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