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Combattimenti e scontri nell’Ucraina orientale, la guerra è vicina

Ieri il presidente ad interim della giunta golpista ucraina aveva dato ordine all’esercito ucraino di riprendere la cosiddetta ‘operazione antiterrorismo’ già lanciata alcuni giorni fa contro le regioni insorte dell’oriente del paese e poi stoppata dopo l’evidente flop – centinaia di soldati passati con i separatisti, con tanto di carri armati e armi – al quale era seguito un accordo raggiunto a Ginevra con Russia, Stati Uniti e Unione Europea e diventato immediatamente carta straccia.

E stamattina, stando alle confuse enotizie che arrivano dall’Ucraina, alcuni sconosciuti hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco controllato dalle milizie popolari a Slaviansk; nella sparatoria ci sarebbero stati finora cinque morti e vari feriti.
A dare la notizia è stata la testata Russia Today citando un portavoce delle autorità parallele filorusse della regione, Stella Gorosheva. Secondo alcune fonti é probabile che l’attacco iniziale sia stato opera, come già era avvenuto nei giorni scorsi quandi i morti erano stati cinque in circostanze analoghe, dei paramilitari neonazisti di Settore Destro. Ma secondo recenti aggiornamenti numerosi veicoli blindati delle forze regolari ucraine stanno tentando di distruggere e superare le barricate erette dalle autodifese della autoproclamata “Repubblica Popolare” del Donbass. Si combatte anche in altri posti di blocco eretti a controllo dei vari accessi della città. Secondo il capo del governo ‘separatista’ di Slaviansk, Viaceslav Ponomariov, da un lato le truppe di Kiev avrebbero attaccato con almeno 11 blindati e da un altro con sei blindati e due elicotteri. 

Intanto, afferma trionfalmente il Ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, le truppe di Kiev avrebbero strappato ai miliziani filorussi il controllo del comune di Mariupol, importante città portuale sul Mar Nero nella regione di Donetsk. Secondo un sito locale cinque dimostranti federalisti sono rimasti feriti nello sgombero dell’edificio da parte della polizia e delle forze speciali.
E che ormai nelle regioni orientali del paese siano in atto combattimenti di dimensioni consistenti si evince da un’altra notizia, secondo la quale un’unità militare agli ordini della giunta golpista che montava la guardia ad un deposito di armi sarebbe stata attaccata da un centinaio di combattenti armati, a Artemovska, località nella regione di Donetsk. Secondo quanto riferisce il sito web del Ministero della Difesa Ucraino gli aggressori avrebbero usato armi automatiche, lanciagranate e bombe a mano, e nell’attacco un soldato di Kiev sarebbe rimasto ferito.
Mentre Obama ha approfittato della visita a Tokio per minacciare nuove sanzioni contro la Russia, il governo di Mosca alza ancora i toni, dopo aver ieri per la prima volta esplicitamente minacciato Kiev di intervenire militarmente “se gli interessi russi verranno messi a rischio”.
In una dichiarazione il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha ribadito che gli Stati Uniti stanno usando l’Ucraina come una pedina nello scontro geopolitico e che insieme all’Ue hanno tentato un’altra ‘rivoluzione colorata’ per imporre a Kiev un cambio di regime. “Gli Usa e l’Ue hanno tentato di mettere in atto un’altra ‘rivoluzione colorata’ in Ucraina, un’operazione per cambiare regime in modo incostituzionale” ha accusato Lavrov.
Intanto gli Stati Uniti e la Nato non si limitano a manovrare le autorità di Kiev e a minacciare nuove sanzioni. Ieri il Pentagono ha ribadito che presto arriveranno nell’Europa Centrale, Settentrionale e Orientale nuovi contingenti inquadrati nelle forze dell’Alleanza Atlantica o direttamente in quelle statunitensi. Di fatto le avanguardie delle nuove truppe dispiegate da Obama in funzione antirussa – circa 600 militari – stanno già arrivando in Polonia e nei Paesi Baltici in queste ore.

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