Menu

Filippine. Forti contestazioni ad accordo militare con gli Stati Uniti

Una parte importante e crescente della società filippina sta chiedendo a gran voce che venga rivisto il nuovo trattato militare firmato alla fine di aprile dal governo di Manila con quello di Washington durante la visita del presidente statunitense Barack Obama nell’arcipelago asiatico.

Un protesta così forte che il senato di Manila ha deciso di condurre un’inchiesta sull’Accordo perfezionato per la cooperazione alla difesa, ritenuto troppo affrettato e soprattutto elaborato senza la partecipazione e il consenso di numerose forze politiche e sociali del paese, trasformandosi così in quello che alcuni definiscono “una beffa per la costituzione filippina”, ritenuto troppo sbilanciato a favore degli Usa che nelle Filippine hanno avuto fino al 1991-92 importanti basi aeronavali, le principali fino a quel momento nell’area asiatica, poi chiuse dopo un moto popolare che costrinse il governo a indire un referendum contro la presenza militare diretta di Washington.

I settori critici – nazionalisti, sinistra, comunisti e pacifisti – ritengono che l’accordo violi la sovranità del paese, concedendo troppo agli Stati Uniti ed esponendo il paese a possibili ritorsioni da parte della Cina, contro la quale Washington sta costruendo un vero e proprio accerchiamento militare nell’Oceano Pacifico. Fortemente criticata anche la durata, prevista per dieci anni ma rinnovabile automaticamente se non diversamente deciso, della presenza miliare degli Stati Uniti in territorio filippino.

Per il governo, determinante nella scelta di concedere un uso congiunto di alcune basi a marina e aviazione militare di Washington, è stata la necessità di un maggiore controllo dei cieli e delle acque antistanti l’arcipelago e la possibilità di essere in grado di contrastare eventuali aggressioni esterne, ma le difficoltà di bilancio dell’amministrazione Obama e quello che di fatto è un ridimensionamento della presenza armata Usa nella regione Asia-Pacifico non tranquillizzano certo i critici.

A loro volta, gruppi di giuristi vedono nel provvedimento un tratto di incostituzionalità e hanno deciso di coinvolgere la Corte suprema per un giudizio in merito.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *