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Obama e Ue con Kiev, ad est continuano i bombardamenti. La diretta

Gli aggiornamenti

16.00 – Dopo quello di Donetsk, il governo golpista ha chiuso anche l’aeroporto internazionale di Lugansk, al centro negli ultimi giorni dell’offensiva militare di Kiev contro gli insorti. Lo riferisce un comunicato sul sito ufficiale dell’aeroporto senza precisare quanto durerà la chiusura. 

15.00 – Non si è fatta attendere la reazione del governo di Mosca alla decisione di Kiev di chiudere parzialmente i confini orientali con la Russia “per impedire l’arrivo di armi e militanti nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk”. “Invece di aprire questi confini per tutti coloro che desiderano lasciare l’area delle azioni militari, essi vengono chiusi. E’ assolutamente offensivo e inaccettabile”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri russo.

11.30 – Il premier russo Dmitri Medvedev ha accusato le autorità ucraine di «mentire» negando l’assenza di profughi in fuga dalle violenze nell’est del Paese e ha definito la situazione umanitaria «senza precedenti», riferendo dell’arrivo di circa 3000 persone al giorno nella confinante regione russa di Rostov sul Don.
Sloviansk, la roccaforte della resistenza antigolpista, ed altre cittadine vicine della regione ucraina orientale di Donetsk, sono rimaste senz’acqua dopo che un attacco militare dell’esercito ucraino ha danneggiato una centrale elettrica che alimentava la Voda Donbassa Company, l’acquedotto che fornisce acqua potabile all’intera regione. Oltre 8.000 cittadini ucraini sono arrivati nella regione meridionale russa di Rostov sul Don nelle ultime 24 ore, in fuga dalle violenze nell’est del Paese. Lo riferisce Pavel Astakhov, delegato russo per i diritti dei bambini. Il governatore della regione di Rostov Vasili Golubev ha dichiarato lo stato di emergenza in 15 distretti al confine con l’Ucraina per il flusso di rifugiati.

La situazione alle 11.00

Mentre continuano gli infruttuosi colloqui diplomatici tra Ue e Russia sulla vicenda ucraina, nell’est del paese i combattimenti continuano cruenti. Il governo di Kiev, a fronte dell’impasse sul terreno dove le forze antigolpiste sembrano prevalere anche grazie all’impreparazione e allo scarso entusiasmo delle truppe regolari, ha ulteriormente intensificato bombardamenti e raid aerei, coinvolgendo i civili in un guerra sempre più cruenta. Nella giornata di ieri i caccia Su-25 hanno più volte colpito i villaggi Nikoláievka e Semiónovka, a pochi chilometri da Slaviansk.

Ma sempre ieri i comandi militari della resistenza del Donbass hanno rivendicato l’abbattimento di due – secondo altre fonti tre – elicotteri militari utilizzati da Kiev per bombardare Donetsk e per trasportare nuove truppe al fronte. Successi per i combattenti antigolpisti anche sul terreno, con la conquista di due basi militari nella regione di Lugansk, una appartenente alle guardie di frontiera e l’altra ai nazisti inquadrati nella cosiddetta Guardia Nazionale, che sul proprio sito ha reso noto che la postazione, attaccata ieri con mortai, granate e armi pesanti, è andata completamente distrutta insieme a numerosi veicoli.

Intanto le autorità della Repubblica Popolare di Lugansk hanno pubblicato i nomi delle vittime dei bombardamenti indiscriminati dei giorni scorsi contro l’edificio dell’Amministrazione locale e un parco adiacente, che ha fatto strage di civili. I morti di un attacco che Kiev ha prima negato – cercando di addossare la colpa ai miliziani delle autodifese – e poi dovuto ammettere dopo la diffusione degli inequivocabili video, sono stati alla fine ben 14 e molti sono i feriti in gravi condizioni.
Mentre il presidente ad interim dell’Ucraina, Oleksandr Turchínov, ha annunciato la possibile imposizione della legge marziale nelle regioni orientali del paese, il governo ha intanto ordinato il blocco della frontiera tra Ucraina e Russia nelle zone di Donetsk e Lugansk, all’interno delle misure della cosiddetta ‘operazione antiterrorista’, come la Giunta denomina la guerra senza quartiere contro le popolazioni che si oppongono al colpo di stato.

Per tentare di ribaltare le sorti della battaglia e piegare l’attiva resistenza delle milizie del Donbass, dopo aver inviato nei giorni scorsi al fronte il Battaglione ‘Azov’, controllato da alcune formazioni di estrema destra tra le quali l’Assemblea Social-Nazionale, Kiev ha ora deciso la mobilitazione del Terzo Battaglione della Guardia Nazionale. Nel frattempo la situazione umanitaria in alcune parti delle regioni insorte sta rapidamente degenerando. Molti dei feriti nei bombardamenti e nei combattimenti non possono ricevere cure adeguate a causa dell’assedio che impedisce i rifornimenti, e gli obitori sono pieni di cadaveri, raccontano fonti locali. Inoltre 5 città – Slaviansk, Kramatorsk, Konstantínovka, Druzhkovka e Dzerzhinsk – sono rimaste a lungo senza elettricità e sono ancora senza rifornimenti idrici visto che le linee dell’alta tensione e le condutture dell’acqua sono stati danneggiati.

La recrudescenza dei combattimenti e la documentazione da più parti dei crimini commessi dal governo ucraino contro le popolazioni del sud-est del paese non impediscono a Unione Europea e Stati Uniti di ribadire il proprio sostegno ai golpisti e di accelerare i processi di inclusione del paese all’interno dei meccanismi militari ed economici di integrazione.

Gli aiuti militari diretti che gli Stati Uniti hanno inviato ai golpisti ucraini dall’inizio di marzo ammontano ufficialmente a 23 milioni di dollari, almeno secondo le informazioni diffuse dalla Casa Bianca ieri. La maggior parte di questi finanziamenti sono serviti per rifornire le truppe ucraine di migliaia di razioni di cibo, di kit sanitari, di equipaggiamenti.

Ieri il presidente Barack Obama ha annunciato che Washington è pronta a sobbarcarsi l’onere, quanto prima, di finanziariare più massicciamente la giunta di Kiev e di occuparsi direttamente dell’addestramento militare delle impreparate truppe governative. A margine del faccia a faccia tra Obama e il nuovo presidente ucraino Poroshenko la Casa Bianca ha annunciato lo stanziamento immediato di altre decine di milioni di dollari in aiuti militari, miranti a dotare le forze armate ucraine di visori notturni, armi, sistemi di puntamento e di comunicazione e chissà cos’altro.

L’annuncio è avvenuto da Varsavia, in occasione dell’anniversario della cosiddetta ‘liberazione della Polonia’ dal comunismo, e Obama ha voluto ammantare i suoi proclami guerrafondai contro la Russia – accusata di manovre oscure non meglio precisate – paragonando i ‘ragazzi di Majdan’ a Kiev con l’epopea di Solidarnosc, il movimento cattolico e conservatore che guidò per lunghi anni l’opposizione al governo socialista della Polonia tra gli anni ’70 e ’80. Obama ha già annunciato che chiederà al Congresso un miliardo di dollari per finanziare una militarizzazione massiccia dell’Europa centro-orientale-settentrionale in chiave antirussa.

Neanche l’Unione Europea, che pure soffre il protagonismo statunitense sul piano militare nelle proprie propaggini orientali, non è da meno rispetto a Washington.
L’accordo di associazione tra Ue e Kiev, al quale il presidente ucraino Yanukovich disse un tardivo ‘no’ scatenando la piazza filoccidentale e innescando i meccanismi di ingerenza che portarono al golpe di febbraio e all’attuale guerra civile, verrà firmato entro il prossimo 27 giugno.
Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio di Bruxelles, Herman Van Rompuy, durante il primo vertice dei ‘grandi della Terra’ alla quale non ha partecipato Mosca dopo l’espulsione dalla Russia dal G8 diventato ora G7. Se Putin “non ritirerà le sue truppe dal confine con l’Ucraina e non interverrà con forza per fermare i separatisti”, hanno minacciato i capi di diversi paesi dell’Ue, l’Europa unita non potrà che rispondere con nuove sanzioni e con l’aumento dell’isolamento politico ed economico di Mosca.

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