“Una ragazza piange abbracciando il suo fidanzato, nuova recluta del battaglione “Azov” dell’esercito ucraino. Circa 600 volontari hanno giurato fedeltà all’arma durante una cerimonia a Kiev. Adesso partiranno per un addestramento di tre settimane prima di prendere parte alle operazioni militari contro i separatisti filorussi nell’est del Paese. Intanto a Donetsk si è aperto un vertice Mosca-Kiev-Osce per mettere fine alle violenze nell’Ucraina orientale. All’incontro partecipano anche rappresentanti dei separatisti mentre per Kiev c’è il controverso ex presidente Leonid Kuchma. In serata i filorussi hanno acconsentito a onorare il cessate il fuoco ordinato dal presidente ucraino Petro Poroshenko venerdì 20 giugno per sette giorni e si sono impegnati a partecipare a ulteriori colloqui per contribuire alla risoluzione del conflitto”.
Con questo quadretto strappalacrime e idilliaco, ieri il Corriere della Sera celebrava spudoratamente i miliziani nazisti di Pravyi Sektor. Naturalmente, così come era avvenuto per un quadretto analogo presentato alcune settimane fa dal canale all news della televisione di stato italiana Rainews 24, anche il maggior quotidiano nazionale si è ben guardato dallo spiegare chi sono i combattenti incappucciati che abbracciano le loro fidanzate o sorelle prima di partire per il fronte. Basta scorrere il servizio fotografico accluso alle poche righe di presentazione per rendersene conto. A partire dalla bandiera con la runa nazista sventolata da uno dei partecipanti alla cerimonia, per finire alle insegne dei Corpi Neri che ognuno dei miliziani incappucciati porta sul braccio. Sono questi gli eroi del Corriere della Sera? Evidentemente si.
Per fortuna non tutti i media internazionali sono “ingenui” come Rainews 24 o il Corriere della Sera. Ad esempio un servizio del 9 giugno scorso mandato in onda dalla rete satellitare panaraba Al Jazeera a proposito del Battaglione Azov parla esplicitamente di fascisti. Nel servizio, dal titolo “I neofascisti si addestrano per combattere i ribelli ucraini” compare ad un certo punto anche un italiano che, a detta del corrispondente di Al Jazeera David Chater, sarebbe un “52enne che ha lasciato a casa moglie e figlio per combattere per l’Ucraina.” “Per la mia formazione, io combatto dove ci sono i miei camerati,” dice l’italiano, probabilmente Francesco Fontana, con il volto coperto da occhiali e passamontagna. “Qui mi sono subito sentito a casa, e loro mi hanno fatto sentire a casa.”
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