Questa sera, alle 22, sapremo se il regime ucraino vorrà continuare a mantenere il cessate il fuoco dichiarato alcuni giorni fa – ma rispettato solo in parte – oppure no. La decisione verrà presa dal Consiglio Nazionale di Sicurezza Ucraino, ha informato il portavoce Andrei Lisenko.
Almeno a parole anche Germania e Francia, oltre a Mosca, chiedono all’oligarca Poroshenko la continuazione del cessate il fuoco dichiarato dieci giorni fa e nelle ultime ore le telefonate tra i padrini occidentali del golpe di febbraio – Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel – e il presidente di Kiev si sono moltiplicate.
Ma nell’estrema destra e negli ambienti ultranazionalisti si chiede un ritorno alle armi, e subito, e la fine della tregua. Il profilo facebook di ‘Ucraina antifascista’ riporta una notizia arrivata ieri dalla capitale ucraina: “Oggi a Kiev c’è stata una manifestazione molto seria, si sono radunati i neonazisti dei battaglioni “Donbass” e “Azov” per chiedere la fine della tregua. Dal palco hanno intimato a Poroshenko che ad una nuova tregua, lo attenderà la stessa sorte di Yanukovitch. La situazione è molto grave, se migliaia di combattenti sono tornati a Kiev solo per questo. Non stupitevi se in Ucraina ci sarà un nuovo golpe. L’Europa e la Russia fanno pressione su Poroshenko, chiedendo di cessare le ostilità e negoziare. Ma anche i nazisti fanno pressione su Poroshenko, chiedendo il contrario: nessun negoziato”. Semen Semenchenko, capo del battaglione Donbass, ha dichiarato e ribadito sulla sua pagina FB: “Oggi il majdan è stato realmente vivo. Scrivono che questa è “l’ultima veglia pacifica”.
In realtà in questi giorni la tregua è stata violata più volte, non sono mancati bombardamenti, incursioni e anche morti. Ieri è toccata all’ennesimo giornalista russo rimanere ucciso sotto i colpi dei militari ucraini. Anatoliy Klian, operatore del primo canale della tv pubblica russa, è finito sotto i colpi di arma da fuoco sparati da un gruppo di soldati di Kiev in una località nei pressi di Donetsk. Anche l’autista dell’autobus è stato ferito alla testa, ma era ancora in grado di guidare, e quindi Klian e la sua troupe si sono allontanati dal luogo dell’agguato. Mentre il fuoco dei proiettili continuava, secondo la tv russa, solo dopo alcuni minuti, i giornalisti si sono accorti che tra di loro c’era un ferito. Il primo soccorso a Klian è stato prestato dai colleghi. Poi è stato portato dal dottore più vicino, e successivamente su un’ambulanza. I medici hanno cercato di salvare l’operatore, ma non c’era più nulla da fare.
Klian aveva 68 anni, di cui più di 40 anni al Primo canale russo, per le notizie dai punti caldi. Quando le autorità ucraine avevano vietato l’ingresso nel paese agli uomini fino ai 50 anni, Anatoly, scherzando, aveva detto che finalmente aveva un vantaggio rispetto ai colleghi più giovani. Ha perso la vita ieri mentre seguiva un gruppo di cittadini ucraini che si recavano al fronte a riprendersi i loro figli richiamati alle armi dal regime nazionalista e costretti a partecipare alla repressione delle popolazioni insorte delle regioni del sud-est del paese. Secondo alcuni testimoni i militari ucraini hanno sparato intenzionalmente nella direzione del pulmino che trasportava le madri dei soldati e i giornalisti.
A metà giugno erano già morti i giornalisti russi Anton Voloshin e Igor Kornelyuk, uccisi nei pressi di Lugansk. Pochi giorni prima erano finito sotto i colpi di mortaio ucraini il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e il suo traduttore russo Andrei Mironov, morendo entrambi.
Quella che ha ucciso Klian non è stata l’unica violazione della tregua delle ultime ore. Tre proiettili sparati dall’artiglieria ucraina nel corso di combattimenti con gli insorti avrebbero colpito un posto doganale e alcune zone presidenziali in territorio russo, causando seri danni materiali: lo ha denunciato il responsabile delle guardie di frontiera della regione russa di Rostov, Vasily Malayev, secondo il quale non vi sarebbero per fortuna feriti.
Il portavoce dell’esercito ucraino Oleksiy Dmytrashkivskiy riferisce invece di scontri in cui durante il week-end sarebbero morti cinque soldati ucraini, e denuncia l’attacco a una unità dell’aviazione ucraina presso Donetsk.
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