2 luglio 2014 (MoviSol) – Mentre l’Unione Europea e gli Stati Uniti lavorano in segretezza al Partenariato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, altrettanto in segretezza si lavora al Trattato sugli Scambi nei Servizi (TISA) che coinvolge cinquanta paesi, tra cui gli USA, l’UE e la Svizzera, e riguarda il 68,2% degli scambi mondiali nel settore dei servizi.
Il 19 giugno Wikileaks ha pubblicato la bozza che riguarda i servizi finanziari. Questa consiste nell’abolizione di tutte le ultime restrizioni per le megabanche e gli hedge fund. L’aura di segretezza alla James Bond che circonda i negoziati emerge fin dalle prime righe dell’Allegato sui Servizi Finanziari, il quale afferma che “deve essere protetto da diffusione non autorizzata” e “conservato in edificio, stanza o contenitore sotto chiave o assicurato”. Inoltre, esso può essere desegretato “cinque anni dopo l’entrata in vigore del TISA o, se non si giunge ad un accordo, cinque anni dopo la fine dei negoziati”.
L’accordo mira alla chiusura o alla privatizzazione di qualsiasi forma di servizi forniti dal “settore pubblico”, compresi la sanità, l’istruzione, i trasporti, servizi vitali per i cittadini che non dovrebbero in alcun modo essere considerati come “merci profittevoli da essere scambiate liberamente”. Persino i fondi pensione statali sarebbero proibiti, in quanto vengono considerati monopoli.
Public Services International (PSI), che federa circa 669 sindacati in tutto il mondo, ha pubblicato un allarmante rapporto in aprile, intitolato TISA contro i Servizi Pubblici. Esso avverte che il TISA impedirà ai governi di fornire i servizi pubblici vitali come la sanità, gli asili nido e i servizi postali, come pure energia e acqua. “Il TISA assicurerebbe la privatizzazione dei servizi pubblici. L’accordo proposto potrebbe anche impedire in futuro ai governi di ripristinare il controllo pubblico sui servizi, persino nei casi in cui i privati abbiano fallito”. Inoltre, esso restringerebbe la capacità dei governi di regolare settori chiave come quello finanziario e quello energetico, le telecomunicazioni e il flusso di dati transfrontaliero.
Un’altra ondata di deregulation è anche al centro dell’Allegato sui Servizi Finanziari del TISA, che mira a ridurre quasi a zero la supervisione nazionale delle attività finanziarie. Ogni parte, esso afferma, dovrà elencare i diritti monopolistici esistenti e “avviare lo sforzo di eliminarli o ridurne l’ambito”.
I paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) non fanno parte dei negoziati.
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