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L’aereo malese abbattuto da proiettili di mitragliatrice

Compito duro, quello affidato al Dutch Safety Board, l’organismo olandese che analizzare scientificamente scatole nere e resti dell’aereo Mh17, della Malaysian Airlines, abbattuto sui cieli del Donbass il 17 luglio scorso.

Compito duro soprattutto sul piano politico, perché la parte puramente tecnica, pur limitata dai combattimenti ancora in corso – sporadicamente – nell’area in cui si trovano i resti dell’aereo, non presenta particolari difficoltà.

Il primo rapporto “preliminare” emesso dal Dutch Safety Board chiarisce una prima cosa importantissima: «si è spaccato in volo probabilmente a causa di un danno strutturale provocato da un gran numero di oggetti che, ad alta intensità energetica, hanno penetrato l’apparecchio dall’esterno. Non ci sono indicazioni che il volo MH17 sia precipitato per un guasto tecnico o in seguito a manovre da parte dell’equipaggio».

La traduzione tecnica è abbastanza semplice, anche per chi trae le proprie competenze “balistiche” da Wikipedia. L’aereo malese non è stato colpito da un missile. Un missile terra-aria, infatti, esplode al momento dell’impatto con il bersaglio, producendo – a seconda della quantità di esplosivo trasportata – la distruzione dell’obiettivo oppure un unico foro di ingresso. Proprio quel che viene escluso dal rapporto, che parla di “ un gran numero di oggetti ad alta intensità energetica”. Ovvero raffiche di mitragliatrice. Non esistono infatti “missilini” di piccole dimensioni in grado di arrivare a quelle quote. Né i missili antiaerei possono esplodere “nelle vicinanze” del bersaglio, visto che per attivare il detonatore devono obbligatoriamente impattare qualcosa (anche il suolo, se non colpiscono nulla in volo e quindi ricadono a terra).

La situazione degli armamenti tra i contendenti nel Donbass è altrettanto chiara. I ribelli russofoni e antinazisti possiedono certamente missili antiaerei, con cui hanno abbattutto numerosi Mig del governo Poroshenko; ma negano di disporre delle batterie per lanciare i missili Buk, gli unici che possono raggiungere i 10.000 metri di altezza, la quota a cui volava l’aereo malese. Potrebbe non esser vero, certo, ma l’onere della prova spetta sempre all’accusa…

Non hanno comunque – di questo non li accusano neanche i nazisti di Kiev o gli Stati Uniti – un’aeronautica militare. Nè qualcuno ha provato ad accusare eventuali aerei russi (il controllo reciproco tra Nato e Russia, sui voli militari, è totale e senza possibilità di trucco).

Sono invece i “regolari” ucraina ad aver ereditato qualche decina di Mig di antica produzione sovietica. Fatevi voi due conti e vedete chi è che può aver sparato con la mitraglia contro l’aereo civile con quasi 300 persone a bordo…

«Il registratore delle voci nella cabina di pilotaggio, quello dei dati sul volo e i dati del controllo aereo, tutti suggeriscono che il volo MH17 stava procedendo regolarmente fino alle 13.20.03, ora locale, e a quel punto è stato improvvisamente interrotto».

Tutto bene, nessun allarme, nessuna preoccupazione. Unica anomalia: l’ultima chiamata dal controllo aereo ucraino, effettuata tra le 13.20.00 e le 13.22.02, è rimasta senza risposta. Interessante, vero?

 

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2 Commenti


  • T.S.

    L’affermazione che fate in merito all’inesistenza di missili antiaerei che esplodono nelle vicinanze del proprio bersaglio è errata. Sono ormai decenni che i sistemi SAM di ogni forza armata sono dotati di spolette di prossimità, che consentono alla testata bellica di detonare in prossimità dell’obiettivo pur non avendolo centrato fisicamente. Spesso, inoltre, le testate sono a frammentazione al fine di massimizzare la probabilità di abbattimento del velivolo nemico.


  • walter

    il rapporto del dutch safety board dice, giustamente, che il tipo di danno causato dall’esterno a quella quota porta ad un rapidissimo collasso dell’intera struttura con conseguente disintegrazione (combinazione di bassa pressione esterna che risucchia l’aria interna, e velocità, con tutto quello che segue), il che spiega l’interruzione delle comunicazioni.
    quanto ai missili, è vero che hanno sensori di prossimità e pure testate a frammentazione. questo, però, nn esclude a priori l’abbattimento in volo. d’altronde, dalla russia sono arrivate subito evidenze della presenza di mig attorno all’aereo, mentre da usa ed ue solo accuse a parole. prontamente date per vere ed assolute dalla nostra (europea) “stampa”. si chiama propaganda, ed agisce manipolando scientificamente l’opinione pubblica…

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