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Un’altra notte di fuoco sull’Ucraina. Fallito il raid di Kiev al carcere di Malaya Lokna

E’ stata un’altra notte di fuoco su gran parte dell’Ucraina, compresa la capitale Kiev.

Non meno di 100 missili e altrettanti droni russi hanno colpito obiettivi militari e infrastrutture energetiche in 15 regioni, incluse quelle più occidentali vicine alla Polonia dove vengono stoccati gli armamenti forniti dalla Nato.

Un portavoce dell’Ue ha parlato di ’attacchi barbarici’ il cui effetto è di ’rafforzare la determinazione dell’Ue a continuare il sostegno all’Ucraina e intensificarlo’, ma il presidente ucraino Zelensky, ha risposto che non basta ancora se non viene data a Kiev carta bianca per usare anche sul territorio russo tutte le armi fornite dai Paesi della Nato.

L’Unione Europea, ormai in preda a furori guerrafondai come e forse più degli Stati Uniti, deve rinnovare e “adattare alle nuove esigenze” la missione di addestramento militare Eumam, lanciata due anni fa e il cui mandato scade a novembre.

Il documento fatto circolare dal Rappresentante della sicurezza e della politica estera Borrell, segnala però che l’invio di militari europei sul territorio ucraino potrebbe scatenare ulteriormente la reazione di Mosca. Nessuno è in grado di prevedere come reagirebbe il Cremlino a una presenza “istituzionalizzata” dei militari europei sul teatro di guerra, anche se – formalmente – con compiti di addestramento. In secondo luogo quali sarebbero le conseguenze di un incidente qualora venissero colpiti e uccisi dei militari europei sul fronte ucraino? Lo stesso Borrell ha deciso di mettere in guardia i governi, facendo indirettamente capire che un simile passo comporterebbe più rischi che opportunità.

Il documento presentato da Borrell ai capi di stato dell’Unione Europea è stato anticipato dal giornale tedesco Welt am Sonntag e servirà come base per la discussione.

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, è intanto arrivato nella città di Kurchatov, dove si trova la centrale nucleare di Kursk.

Grossi in precedenza aveva definito molto serio il rischio di danni alla centrale nucleare di Kursk a causa delle azioni delle forze armate ucraine. Ha detto che aveva intenzione di visitare l’impianto per parlare con la sua direzione e determinare se fosse stato attaccato. L’AIEA ha affermato che l’attività militare nei pressi dell’impianto rappresenta un serio rischio per la sua sicurezza nucleare e fisica.

La notte del 22 agosto, le forze militari di Kiev avevano tentato un attacco con droni kamikaze alla centrale nucleare di Kurchatov. Un drone è stato abbattuto e trovato vicino all’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito.  La centrale nucleare di Kursk è una delle quattro maggiori centrali nucleari russe della stessa capacità. Situato vicino alla città di Kurchatov, è il nodo principale del sistema energetico unificato del paese.

Sulla zona di confine tra Russia e Ucraina, le truppe russe, secondo il Ministero della Difesa di Mosca, hanno respinto il tentativo delle forze armate ucraine di irrompere nel villaggio di Malaya Loknya, nella regione di Kursk. La Ria Novosti riferisce che battaglia si è svolta soprattutto intorno al carcere dove, dopo aver evacuato in anticipo il personale civile e i prigionieri, i militari russi lo hanno trasformato in una vera e propria fortezza, montando difese intorno e al suo interno.

Il fallimento dell’operazione ucraina è qualcosa di più del mero aspetto militare, secondo il Kyev Indipendent infatti le forze militari ucraine puntavano a conquistare il carcere perché la colonia penale di Malaya Loknya fungeva da struttura di detenzione temporanea di prigionieri ucraini prima degli scambi di prigionieri ed erano convinti di poter liberare i commilitoni catturati. Sarebbe stata un’altra operazione di propaganda.

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