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Russia-Ucraina-Ue: tra accordi e guerra del gas

L’inverno è ormai alle porte e una eventuale chiusura dei rubinetti del gas all’Europa da parte del Cremlino spaventa non poco i governi dell’Ue, tanto da indurli a cercare un accordo con la Russia che pure è da mesi oggetto di una durissima campagna di sanzioni economiche, commerciali e politiche da parte di Bruxelles, e in particolare di quei paesi che sarebbero i primi a ‘gelare’ se Putin dovesse decidere di usare una delle poche armi di condizionamento che ha a disposizione. 

Secondo la stampa internazionale ieri a Berlino i diversi partner – Mosca, Kiev e l’Ue – avrebbero trovato un accordo di massima sul tema, in base al quale l’Ucraina dovrebbe pagare più di 3 miliardi di dollari entro la fine dell’anno ai russi per saldare almeno una parte dei propri debiti e la compagnia russa Gazprom, che da alcuni mesi ha tagliato i rifornimenti a Kiev si impegnerebbe a consegnare 5 miliardi di metri cubi di gas. 

Mentre il ministro russo dell’Energia Alexander Novak, il collega ucraino Iuri Prodan e il commissario di Bruxelles Guenther Oettinger cercavano di raggiungere un accordo comunque traballante e temporaneo arrivava da Budapest la notizia che il premier ungherese aveva deciso di rompere di nuovo il fronte europeo, bloccando il transito del gas verso l’Ucraina. Decisione presa dopo l’accordo che il governo di Viktor Orban ha stretto con Gazprom e che prevede un aumento delle importazioni di metano russo. E così ieri l’operatore ungherese gasdotti FGSZ ha annunciato di aver sospeso le forniture all’Ucraina attravero il cosiddetto “flusso inverso” (“reverse flow”) di gas ricevuto dalla Russia e girato a Kiev. La fornitura di gas all’Ucraina è cessata “per un tempo indeterminato, a partire da giovedì alle 18”, ha spiegato la Fgsz in un comunicato. “Noi riempiamo (i depositi) a un buon ritmo”, ha spiegato poi Orban parlando alla radio pubblica Kossuth. “Raggiungeremo presto il 60 per cento e accelereremo” ha detto il primo ministro di Budapest soddisfacendo le richieste del ministro dell’Energia russo Alexander Novak che proprio ieri aveva avvertito, in un’intervista pubblicata sul quotidiano economico Handelsblatt che l’Europa è contrattualmente vincolata a non ri-esportare il gas all’Ucraina e Mosca potrebbe tagliare le sue forniture nel caso questo avvenisse. Novak ha affermato che la Russia intende rispettare i suoi impegni contrattuali di fornitura ai paesi Ue, ma ha anche puntualizzato che nei contratti è scritto che “non è prevista alcuna ri-esportazione” del gas. 

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