Le cose, dal punto di vista militare, non vanno per niente bene. I soldati ucraini non hanno ancora marciato su Sebastopoli o su Donetsk, ultimamente le diserzioni dall’esercito ucraino sono riprese alla grande – a volte interi reparti passano alle Repubbliche Popolari o si squagliano – e ora le milizie popolari si sono impossessate anche di ciò che rimane dello scalo aereo più grande dei territori ribelli.
E così, anche in vista delle prossime elezioni politiche previste per legittimare la giunta golpista il prossimo 26 ottobre, oggi il presidente ucraino, l’oligarca Petro Poroshenko, ha “accettato” le dimissioni del ministro della difesa, il secondo a perdere il suo posto da quando a febbraio le forze nazionaliste e di estrema destra si sono impossessate con la forza del potere a Kiev. Al posto di Valeriy Geletey, silurato ieri dopo esser stato accusato di inefficienza, di scarsa capacità militare, di arrendevolezza e di aver abbandonato centinaia di uomini nelle mani del nemico, il presidente ha nominato Stepan Poltorak, militare di lungo corso ma capo della Guardia Nazionale, cioè la forza complementare composta soprattutto dai volontari dei battaglioni nazisti e nazionalisti che combattono contro i cosiddetti ‘separatisti’ di Donetsk e Lugansk. Il parlamento di Kiev dovrebbe ratificare domani la nomina del 49enne Poltorak, mandando così un segnale inequivocabile alle forze armate rispetto al fatto che il regime ucraino preferisce puntare sugli estremisti di destra in divisa della Guardia Nazionale piuttosto che sui militari veri e propri. Poroshenko ha sottolineato che Poltorak è rispettato nell’esercito “dai generali e dai soldati semplici”. “Apprezzo la vostra professionalità e il vostro patriottismo, a vostra onestà e i vostri sforzi per creare da zero la Guardia nazionale conosciuta per al sua disciplina e lo spirito di combattimento” ha detto Poroshenko ricevendo Poltorak.
Intanto una delle figure di punta delle Repubbliche Popolari dell’Ucraina orientale, Pavel Gubarev, è stato ricoverato in un ospedale nella città russa di Rostov sul Don a seguito di un incidente stradale provocato da colpi di arma da fuoco sparati contro la sua vettura in un’area controllata dai miliziani ribelli. Lo hanno annunciato i responsabili della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr) su Twitter. Gubarev, alla guida dei ribelli antigolpisti dai tempi delle prime manifestazioni di febbraio e per un periodo “governatore popolare” della Repubblica di Donetsk “si trova in ospedale” ha annunciato un portavoce della Dpr, secondo il quale il leader del movimento ‘Novorossija’ (formazione di stampo nazionalista) si troverebbe in stato di incoscienza a causa di un trauma cranico a seguito di un incidente d’auto avvenuto a Snizhne, a 80 chilometri da Donetsk, provocato da un attentato.
Sul fronte militare, mentre l’artiglieria ucraina continua a bombardare Donetsk e a bersagliare case e centrali elettriche – ieri altri 3 i morti in città dopo i 16 di domenica (12 civili e quattro miliziani) – da segnalare la ripresa dello scambio di prigionieri. Ieri in un checkpoint vicino alla città di Stanica Luganskaya, nella Repubblica di Lugansk, i militari ucraini hanno liberato un miliziano della Novorossiya; il ragazzo è stato consegnato in pessime condizioni fisiche dovute alle torture subite, tanto da non potersi muovere sulle proprie gambe e dover essere trasportato su una barella. Come tanti altri prigionieri prima di lui, è stato brutalmente picchiato e torturato. Da parte loro i miliziani della Novorossija hanno liberato un volontario del battaglione nazista “Aydar” .
Questo mentre Vladimir Putin ha ordinato ai soldati russi schierati nei giorni scorsi alla frontiera con l’Ucraina per partecipare a delle esercitazioni militari nella regione di Rostov di rientrare nelle loro caserme lontane dal confine.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko invece da Kharkov ha confermato l’incontro con l’omologo russo previsto in Italia, nei prossimi giorni, a margine del forum euroasiatico. “Spero che il 17 ottobre a Milano ci saranno grandi progressi. Tra le altre questioni parleremo del processo di pace, del cessate il fuoco” ha detto il ‘re del cioccolato’.
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