A Kiev la situazione è tornata calma solo in serata, dopo una intera giornata caratterizzata da un assedio alla Rada durato ore e sfociato in alcuni casi in un vero e proprio assalto. Protagonisti della prova di forza, come in altre occasioni, i gruppi più estremisti dell’universo nazionalista e fascistoide che si è impossessato del potere dopo il colpo di stato di febbraio.
A differenza delle volte scorse però, questa volta in piazza nel centro di Kiev c’erano circa 4000 membri delle varie organizzazioni dell’estrema destra. Non solo i militanti dei partiti fascisti Svoboda e Pravyi Sektor, ma anche molti dei volontari dei Battaglioni punitivi composti per lo più da estremisti nazionalisti e inquadrati nella Guardia Nazionale, con in prima fila quelli dei Battaglioni ‘Azov’ e ‘Aydar’. Protagonisti negli ultimi mesi di crimini di guerra nell’Ucraina orientale – bombardamenti indiscriminati, rapimenti, uccisioni, torture, distruzioni premeditate del tessuto economico e culturale delle città colpite – i ‘volontari’ hanno di nuovo rivolto la loro rabbia contro il governo nazionalista, di cui pure fa parte l’ex partito Social-Nazionalista oggi Svoboda e con il quale anche Pravyi Sektor ha avuto finora ottime relazioni, avendo avuto accesso alle stanze del potere in diversi settori delle istituzioni di Kiev.
Secondo i media locali sarebbero stati almeno 26 i membri delle forze di sicurezza – tra cui 15 agenti e 11 guardie nazionali – a rimanere feriti nel corso degli scontri con migliaia di nazionalisti ed estremisti di destra davanti alla sede del Parlamento, mentre solo una cinquantina di dimostranti sono stati fermati. Il corteo, composto da migliaia di fascisti con il volto coperto da maschere e fazzoletti e le bandiere dei vari movimenti ha raggiunto la Rada Suprema mentre in aula i deputati si scontravano sulla possibilità di riconoscere come ‘eroi nazionali’ i membri del famigerato Esercito Insurrezionale Ucraino, milizia neonazista agli ordini dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini che durante la Seconda Guerra Mondiale affiancò gli occupanti tedeschi nella caccia ai russi, agli ebrei, ai rom e agli antifascisti, rendendosi responsabile di efferati crimini.
D’altronde i movimenti scesi in piazza si rifanno direttamente e senza timidezze all’ideologia e alla storia de’l’Esercito Insurrezionale Ucraino e idolatrano il suo leader Stepan Bandera.
Il presidente ucraino, l’oligarca Poroshenko, che pure ha definito ‘una provocazione pianificata’ quella realizzata oggi dall’estrema destra, ha dichiarato il 14 ottobre (data di fondazione dell’Esercito Insurrezionale Ucraino-UPA) festa nazionale per commemorare i “difensori dell’Ucraina” e ha cancellato la festa di epoca sovietica dei “difensori della patria” del 23 febbraio. Incredibilmente il ‘re del cioccolato’ ha accusato, anche se non esplicitamente, la Russia di essere dietro la violenta mobilitazione dei neonazisti. “Non lascerà che provocatori, disertori e agenti pagati da un altro stato aprano un secondo fronte interno al paese” ha affermato il presidente impegnato nella campagna elettorale in vista del voto del 26 ottobre.
Purtroppo non è l’unica notizia inquietante che arriva oggi dall’Ucraina. Cinque persone sono state uccise e altre dieci sono rimaste ferite da proiettili di artiglieria che si sono abbattuti su una processione funebre a Sartanà, località alla periferia di Mariupol, nel sud-est ucraino. Lo fanno sapere le autorità sanitarie del Comune della città sul Mar Nero. Il bilancio delle vittime delle ultime 24 ore comprende anche sette soldati dell’esercito governativo morti nell’est del Paese, sei dei quali a causa dell’esplosione di mine.
Dall’altra parte un comandante delle milizie della Novorossija, identificatosi con il nome di combattimento Givi, ha informato che dei 27 suoi uomini sono stati uccisi nelle ultime tre settimane negli scontri per il controllo dell’aeroporto di Donetsk.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa