Il giudice istruttore greco Isidoros Dogiakos ha chiesto ieri il rinvio a giudizio di tutti i 16 deputati del partito nazista ellenico Chrysi Avgì (Alba Dorata) presentando in Procura un rapporto di oltre 700 pagine.
Nel rapporto il magistrato chiede inoltre il rinvio a giudizio di 70 delle 85 persone arrestate o denunciate con l’accusa di aver promosso attività illegali coordinate dal partito dell’estrema destra: aggressioni, omicidi, racket, minacce, sfruttamento della prostituzione, traffico di armi.
L’intero gruppo parlamentare del partito, secondo Dogiakos, faceva parte della dirigenza del partito mentre l’organizzazione criminale si nascondeva sotto il “mantello” istituzionale della formazione politica. Nel suo voluminoso rapporto il giudice cita in particolare 10 casi – tra cui l’omicidio del giovane rapper antifascista Pavlos Fyssas, ucciso a settembre del 2013 ad Atene dal militante di Alba Dorata Giorgos Roupakias (reo confesso), e l’uccisione dell’immigrato pachistano Luqman Shahzad nel gennaio precedente sempre ad Atene – e riferisce che le azioni con movente razzista di Alba Dorata si sono intensificate dopo il 2012, da quando è stato presentato lo statuto del partito.
In particolare, il giudice istruttore ha chiesto il rinvio a giudizio del leader e fondatore del partito, Nikos Michaloliakos, e dell’intero gruppo parlamentare per aver costituito, diretto e fatto parte di un’organizzazione criminale, e di Ilias Kassidiaris, Nikos Mihos, Yannis Lagos, Giorgos Germenis e Efstathios Mpoukouras, per possesso illegale di armi a scopo di rifornire l’organizzazione criminale. Inoltre secondo Dogiakos, tutte le informazioni circa le attività illegali del partito riferite alla magistratura dai testimoni sotto protezione si sono rivelate esatte. Il processo dovrebbe cominciare agli inizi dell’anno prossimo.
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