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La sinistra curda riconquista Kobane

Quattro mesi di battaglia, a volte disperata, centinaia di morti. Ora la vittoria sull’Isis.

Lo afferma addirittura un organismo filo-occidentale come l’Osservatorio siriano per i diritti umani, basato a Londra. L’Ong segnala ancora sporadici combattimenti in due sobborghi periferici, dove c’è una residua presenza dei jihadisti. Ma  il simbolo più chiaro della riconquista è la foto della bandiera curda sulla collina di Kobane che sventola da alcuni giorni.

Nella giornata di ieri si era già avuta notizia che le Unità di Protezione Popolare curde (YPG e YPJ) avevano quasi completamente respinto i miliziani del Califfato, riprendendo il possesso della città, tranne il quartiere di Kani Arabani, in cui ancora si spara.

Nei giorni scorsi, vedendo scemare le sue forze, l’Isis aveva inviato nella zona altri 140 combattenti, ma in possesso di un livello di addestramento minore del solito; segno che stavano raschiando il fondo del barile.

«Stiamo avanzando lentamente – ha spiegato Mazlum Kobane, uno dei comandanti curdi della cittò – per via delle mine che i miliziani si sono lasciati alle spalle nella ritirata. Quando riusciremo a raggiungere l’altura di Kaniya Kurda, avremo liberato l’intera Kobane dalle truppe dell’Isis e dichiareremo la vittoria».

Una cautela necessaria, visto che l’Isis resta padrona del territorio  fuori della città e che la Turchia certo non ha smesso di “facilitare” i jihadisti che entrano in Siria.

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