Si batteva in difesa dei ‘senza terra’, dei migranti e dei contadini per il loro diritto alla casa: per la sua lotta si era fatto molti nemici Gustavo Salgado, attivista e militante dell’organizzazione di estrema sinistra Frente Popular Revolucionario (una organizzazione guerrigliera di tradizione leninista), il cui corpo senza vita e decapitato è stato rinvenuto lungo una strada del villaggio di Mototepec, nello stato centrale di Morelos.
Il corpo di Salgado, 32 anni, presentava chiari segni di tortura: “Questo crimine rientra nella politica del terrore che implementa lo Stato per tentare di minacciare i movimenti sociali in generale e la nostra organizzazione in particolare” ha denunciato il Frente in un comunicato.
Secondo gli inquirenti il possibile movente dell’omicidio è un conflitto per il possesso della terra. Il Fpr aveva emesso un primo comunicato per denunciare la scomparsa di Salgado il 3 febbraio, quando si dirigeva nella località di Ayala dopo aver partecipato a un incontro di ‘campesinos’ senza tetto. Negli ultimi tempi stava prestando assistenza agli sfollati degli uragani Ingrid e Manuel che lavorano nelle piantagioni di canna da zucchero. Finita la riunione il militante ha preso un autobus e da allora non se n’è saputo più nulla fino al ritrovamento del suo corpo senza testa.
Salgado, come del resto le propaggini legali del suo movimento, sono stati in prima fila nelle manifestazioni che hanno protestato contro il massacro di Iguala (nel Guerrero) del 26 settembre scorso e contro la sparizione di 43 studenti delle Scuole Normali, all’interno delle quali forte è la presenza del FPR.
Il giorno della sua scomparsa, il Frente Popular Revolucionario ha scritto che il lavoro sociale del suo militante dava fastidio ad alcuni oligarchi della zona ed ha apertamente accusato le istituzioni dello stato di Morelos, governatore in primis.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa