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Ricatti e ricchezza. Papandreou nel tritacarne

Il rischio del giornalista italiano è sempre quello di ridurre le grandi questioni – storiche, economiche, politiche – a piccolo gossip. Colpa di un provincialismo aggravato da analfabetismo di ritorno, a livello di massa, che rende difficile capire qualcosa che non sia confrontabile con i serial televisivi o i talk show.

Accade – a quanto pare – anche per l’autentica tragedia greca di un paese portato alla rovina e ricattato da ogni dove per i suoi debiti irredimibili.

Accade che, spulciando nella lista dei clienti della filiale svizzera di Hsbc (banca inglese), duplicata dall’impiegato Hervé Falciani e poi consegnata alle autorità dopo l’arresto, compaia anche un cognome-chiave della recente storia ellenica: Papandreou.

Non l’ex premier George, allora leader dell’ormai quasi scomparso Pasok, ma sua madre. La quale viene citata dallo stesso Falciani nell’inevitabile scritto a partire dai 100.000 nomi maneggiati per molto tempo. Il Corriere della Sera non ha resistito alla tentazione di concentrare l’attenzione dei suoi lettori su uno soltanto dei sessanta “uomini d’oro” più importanti della lista. Per gli altri, attrezzatevi di pazienza. Di alcuni si saprà molto, di altri quasi nulla; altri ancora verrannno difesi, qualcuno sarà lapidato.

Il passaggio con le citazioni del libro di Falciani sta facendo il giro delle redazioni:

Il fatto è che la lista degli “uomini d’oro” della Hsbc – in possesso di alcuni Paesi già da alcuni anni – sarebbe stata usata, secondo l’ex impiegato Falciani per imporre politiche di austerity ad altri Paesi. Questo, secondo lui, almeno il caso della Grecia. Falciani ricorda Papandreou e parla di “pressione e ricatto”. Rivelazioni destinate a deflagrare a poche ore dall’Eurogruppo che domani deciderà il destino del Paese guidato da Alexis Tsipras. “Nel 2011 la guida delle negoziazioni con la Troika sul salvataggio della Grecia fu affidata a Sarkozy che aveva quella lista e, conoscendone i nomi, poteva fare pressioni su Papandreou”, scrive Falciani.

Anche Falciani è in fondo un povero impiegato, per per di più “infedele”, anche se a suo tempo ben pagato. Non lo prenderemmo insomma per “misura del mondo”. I ricatti che possono aver influenza sulla sua persona sono probabilmente assai meno ferrei di quelli che occorrono per piegare coscienze più dritte.

In ogni caso, non giureremmo neanche sulla “schiena dritta” di Papandreou, capace di evocare un referendum popolare sui diktat della Troika e di rimangiarselo nel giro di poche ore. È bastato che qualcuno gli sventolasse il nome di sua madre (500 milioni di euro, mica bruscolini) e il numero di conto per convincerlo a lasciare il popolo dove deve stare (zitto e buono in attesa d’essere tosato)? Ipotesi interessante; ma, se corrispondente alla realtà, la “statura morale” dei leader europei ne verrebbe drasticamente ridimensionata. Quasi al livello di un ospite delle serate di Arcore…

Del resto è lo stesso Falciani a far presente che, in ogni caso, “Come era avvenuto negli Stati Uniti, la lista della Hsbc fu usata come arma di ricatto e merce di scambio. In Grecia l’elenco scomparve… In Grecia, come altrove, non è mai stata avviata formalmente alcuna indagine”.

Questo, invece, non facciamo fatica a crederlo. Conosciamo quanto potente sia la pressione del potere sui media. O, se volete, quanto scarsa sia la “resistenza” offerta da direttori e capiredattori alle prescrizoni delle proprietà.

L’unica cosa che ci sentiremmo invece di consigliare – a Podemos e Syriza, cui Falciani si dice “vicino” – è di non dare troppe informazioni a un tizio che ha già una buona pratica nel venderle…

 

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