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La Svizzera rifiuta di mettere un freno agli stipendi dei manager

Il 65% gli elettori dei ventiquattro Cantoni della Confederazione Elvetica – a votare sono andati circa il 40% degli aventi diritto – hanno rifiutato oggi l’iniziativa lanciata dai giovani del Partito socialista svizzero che prevedeva che, nella stessa azienda, il salario più elevato potesse essere al massimo l’equivalente di dodici volte il salario più basso.
L’obiettivo dell’iniziativa referendaria era principalmente di mettere un freno ai salari dei manager che, nonostante le difficoltà economiche, sono aumentati vertiginosamente negli ultimi anni.
In media, infatti, un dirigente di un’azienda basata in Svizzera guadagna 73 volte il salario del lavoratore meno retribuito arrivando così a redditi di 7 milioni all’anno (Peter Brabeck, presidente del consiglio d’amministrazione di Nestlé) e 13,2 milioni all’anno (Joseph Jimenez, Chief Executive Officer di Novartis).
Purtroppo l’offensiva campagna finanziata dalle organizzazioni padronali è riuscita a ribaltare i sondaggi che, nella primavera scorsa, davano atto di un appoggio maggioritario all’iniziativa tra la popolazione svizzera.
I giovani socialisti si dicono comunque soddisfatti del risultato. Grazie al referendum (125’000 le firme raccolte) e all’intensa campagna che ha preceduto il voto si è parlato per mesi del problema delle eccessive disuguaglianze salariali e l’organizzazione politica promotrice ha raddoppiato il numero dei suoi militanti.

* Da Ginevra per Contropiano

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